Regia di Cédric Klapisch vedi scheda film
Klapisch ama profondamente Parigi e ne racconta le storie nascoste,i vari personaggi incrociano le loro traiettorie su uno sfondo tanto bello e importante che racchiude l'antico e il moderno,la storia millenaria e quella di un attimo che fugge.Il tutto filtrato dallo sguardo di Pierre ,ballerino cardiopatico che guarda tutto quasi con serenità vista la prospettiva da cui tutto osserva.Su di lui incombe la sua malattia ma vive la sua condizione al limitare tra la vita e la morte quasi come un posto d'osservazione privilegiato.Sono varie le storie che Klapisch racconta e sembra come d'incanto che si ritorni indietro quando all'esordio la sua cinepresa si muoveva curiosa tra i vicoli alla ricerca di un gatto.Parigi è un cosiddetto film corale che si trasforma in un atto d'amore verso la città con l'ambizione di parlare solo d'amore e di integrazione:amore tra fratello e sorella,tra due fratelli,storie d'amore che nascono ai mercati della frutta,l'amore quasi adolescenziale di un uomo di mezza età per una studentessa procace che per un certo periodo ne accondiscende le aspirazioni,la storia dell'immigrato africano(a dir la verità didiascalica) o la notte brava di quattro ragazzuole della città bene che provano l'emozione di una compagnia più"rude" rispetto a quella a cui sono abituate .Ognuno dei personaggi è protagonista della sua storia e fa parte del coro delle altre,le varie vicende si sfiorano tangenzialmente, quasi come in un balletto si alternano tra di loro.Parigi viene raccontata attraverso i suoi abitanti,gli scorci turistici da cartolina si alternano ad altri molto meno caratterizzanti.La tragedia per qualcuno incombe ma Parigi continua a vivere la sua vita millenaria.Questo film non si dimentica delle carinerie di altri film di Klapisch ma ci restituisce un autore alla ricerca delle proprie radici e forse anche della propria idea di cinema.I divi da esportazione si alternano con attori molto meno famosi in un film decisamente piacevole il cui gradimento può essere direttamente proporzionale a quanto Parigi può essere gradita da chi è davanti allo schermo.Klapisch non pretende di pontificare,esalta i dettagli in una narrazione fluida e coinvolgente che si comporta come un istantanea appena sputata fuori da una Polaroid.Si colora piano piano,acquisisce progressivamente dettagli fino a svelare definitivamente i propri colori.E come un istantanea che racchiude un solo momento fissandolo sulla carta fotografica le varie storie non si concludono in maniera definitiva...
ritorna allo stile dei suoi esordi
sta diventando sempre più bella
a me piace
un grandissimo
non male
bravo in una piccola parte
non male
discreto
bella prova
ok
non male
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