Espandi menu
cerca
Parigi

Regia di Cédric Klapisch vedi scheda film

Recensioni

L'autore

mc 5

mc 5

Iscritto dal 9 settembre 2006 Vai al suo profilo
  • Seguaci 119
  • Post 1
  • Recensioni 1059
  • Playlist 57
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Parigi

di mc 5
10 stelle

Capisco benissimo che questo film (e questo tipo di film) possa infastidire qualcuno e che qualche scettico "cuore di pietra" possa giudicarlo finto-furbastro-buonista, ma io ne sono rimasto estasiato. Me ne sono innamorato perdutamente. E non devo essere il solo, se una recensione che ho colto in rete portava questo titolo: "Dio esiste e si chiama Juliette Binoche". Senza arrivare a sfiorare la blasfemia, devo dire che non è cosa comune vedere un film di 130 minuti restandone talmente travolti ed appassionati che alla fine ti chiedi "ma come, è già finito?". Il genere è ascrivibile alla categoria "film corale di sentimenti", quella in cui si raccontano le piccole vicende umane e sentimentali di persone comuni, con le loro nevrosi, aspirazioni, depressioni, entusiasmi, delusioni, speranze: insomma si mette in scena la commedia umana, che qui ha come affascinante sfondo la metropoli parigina. In un film del genere, per puntare ad un buon risultato, bisogna usare certi accorgimenti: calibrare i sentimenti per non eccedere nel lacrimevole, rappresentare personaggi credibili e non caricature romanzesche, fare attenzione a come i destini si intrecciano evitando in sede di sceneggiatura le coincidenze troppo improbabili, mettere in scena percorsi umani credibili e non eccessivamente "teatrali" (insomma sceneggiare un film "corale" non è così facile come qualcuno crede): tutte accortezze, queste, usate dal regista Cedric Klapisch, che è riuscito magistralmente a creare un armonico equilibrio fra i numerosi personaggi che popolano quest'opera, restituendo al pubblico una fusione meravigliosa delle diverse anime del film. Al termine della visione, la domanda che sorge spontanea è la solita di ogni volta che vedo un film francese: "Ma perchè diavolo noi italiani non riusciamo a mettere in scena un affresco corale di questo tipo?"...domanda che -opportunamente modificata- si adatta anche ai film brillanti-umoristici. Sembra quasi una questione di "sensibilità" che a noi manca, di un modo di rappresentare i sentimenti che unisce leggerezza, rimpianto e malinconìa e che non sembra essere nelle corde dei nostri sceneggiatori e registi. Peccato. Di tutti i personaggi che attraversano questo film non ce n'è uno che sia abbozzato male, sono tutti dotati di un'anima che ne illumina i sentimenti e la psicologia; e di ognuno si percepisce il disagio che ne accompagna le scelte di vita, le sfumature delle rispettive solitudini, le umane debolezze. Diciamo subito che, prendendo in esame il cast, su tutti campeggia una magnifica Juliette Binoche, qui assolutamente adorabile nelle vesti di una donna piegata dagli eventi della vita, fra cui un matrimonio fallito che le ha lasciato tre bambini, una donna convinta che il suo futuro già scritto non abbia più nulla in serbo per la sua mesta e grigia esistenza, precludendosi dunque ogni possibilità di "rinascita". E invece gli eventi le daranno felicemente torto, regalandole un'opportunità, e facendole capire che questa chance era lì, ad un passo, e dipendeva solo da lei guardarsi attorno e scorgere altre anime "offuscate" come la sua. Juliette è sempre la solita meravigliosa attrice (ma qui, di più), con quella sua bellezza non sfolgorante nè aggressiva, non riconducibile ai consueti canoni estetici dell'appariscenza, eppure così femminile nella sua grazia. Questo ruolo le sembra cucito addosso, e lei ne mette in scena con sapienza ogni minima sfumatura. Poi c'è uno stralunato Fabrice Luchini, calato nei non facili panni di un professore universitario di mezza età in completa crisi di identità, che va cercando risposte (puntualmente illusorie e fallimentari) alla propria instabilità. Gli altri attori sono meno noti, io non ne conoscevo quasi nessuno, eppure sono tutti straordinariamente bravi, ne citerò solo un paio...Romain Duris, il protagonista, un ex ballerino che avendo avuto la notizia di essere gravemento malato, reagisce ripercorrendo a ritroso i suoi ricordi e ritrovando, dopo una fase di rabbia cieca, una propria zona di serenità. Bravissima (e bella da morire) Melanie Laurent, che rappresenta la sfrontata ed incosciente bellezza di una giovane studentessa che alimenta, in un gioco crudele, le illusioni e i desideri del suo professore universitario. Quelli che ho citato sono solo alcuni dei personaggi che attraversano questa "Parigi", nel film ce ne sono tanti altri. ognuno con la sua umanità, ognuno col suo bisogno di speranza. Ad esempio c'è una bella figura di donna, orgogliosa, carnale e piena di vitalità, che però viene "stoppata" da un destino malefico. Poi c'è una panettiera razzista antipaticissima, e poi ancora i venditori del mercato...ma mi sto dilungando oltre il dovuto: se andrete al cinema scoprirete da soli le diverse anime che compongono questo ricco mosaico umano. Da segnalare con evidenza le belle immagini dei titoli di testa, accompagnate da un alternarsi rapido di commenti musicali, ad esprimere fin da subito la diversità dei registri narrativi...E intanto mi torna in mente la solita domanda: "Ma perchè noi italiani non...etc etc......?"
Voto: 10

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati