Regia di Rob Cohen vedi scheda film
Dopo Indiana Jones ritorna anche Rick O’Connell, l’archeologo protagonista della Mummia, che da sempre guarda più alle avventure spielberghiane anziché ai film con Boris Karloff. Con il terzo capitolo le coincidenze tra le due saghe crescono: entrambe saltano oltre la Seconda guerra mondiale e introducono il figlio dell’eroe. Se però Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo riusciva nel giocare con il proprio passato, La mummia. La tomba dell’imperatore dragone è invece uno sbiadito aggiornamento in salsa cinese. Stavolta, infatti, sono gli scavi condotti dal giovane Alex O’Connel in Cina a risvegliare gli spiriti contenuti in un esercito di soldati di terracotta, che la figlia di una bella strega sorvegliava da svariati millenni. Una battaglia urbana con inseguimento, un viaggio in luoghi leggendari, la scoperta di una maledizione remota, mostri dotati di superpoteri e infine uno scontro tra eserciti fantastici nel deserto, nei pressi di antiche meraviglie: tutto già visto nel secondo capitolo, ma Rob Cohen fa rimpiangere Stephen Sommers, e ha fatto bene la Weisz a starne alla larga, sostituita da Maria Bello. Anche l’ironia scarseggia e solo John Hannah strappa qualche sorriso.
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