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Baarìa

Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film

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La recensione su Baarìa

di Furetto60
7 stelle

Bella prova di Tornatore. Il racconto è confuso e a tratti anche difficile da seguire, tuttavia è un film sincero ,intenso, appassionato, commovente ed emozionante.

Baarìa, l’antico nome fenicio di Bagheria,è il racconto tra fantasia e realtà, del paese natale del regista Giuseppe Tornatore, che lo ha ricostruito interamente in Tunisia. Bella storia, intensa ed emozionante, ricca di grandi passioni. Gli innumerevoli personaggi che la popolano, appaiono e scompaiono senza darci il tempo di poterli mettere a fuoco. La Sicilia descritta, attraverso il racconto di tre generazioni di una famiglia siciliana nel tempo che intercorre tra l'andata e il ritorno di un bambino che va a comprare le sigarette. Una corsetta che il piccolo compie e ci fa fare, nel tempo e nello spazio. Si comincia da Cicco per proseguire con il figlio Peppino e per finire al nipote Pietro. Narrando le vicende personali, il film rievoca gli amori, i sogni, le delusioni di un'intera comunità, racconta i cambiamenti di un angolo di Sicilia e, indirettamente, dell’intera Italia. Dagli anni 30 agli anni 80, si snodano le loro vicende: al padre Ciro che ama i poemi epici, segue Peppino, vero protagonista del film e poi il figlio Pietro, fotografo e amante del cinema, in controluce la figura del regista. Negli anni del Fascismo, Cicco era un vaccaro orgoglioso, che trovava, però, il tempo di coltivare la passione per la lettura, i poemi cavallereschi, i grandi romanzi popolari. Nel frattempo la storia incalza con veemenza e velocità attraverso tanti eventi che si incrociano e accavallano con le storie private, le vessazioni dei campieri, l'entrata in guerra, la fame, Peppino raccoglie ulive nei campi, lascia la scuola per andare a pascolare in montagna, Poi lo sbarco degli Alleati, la Liberazione, Nel corso dell'incursione dei compaesani in una banca, Peppino riesce a impadronirsi di una piccola fortuna, con la quale acquista dei bovini che risollevano temporaneamente le condizioni della famiglia, diventa giovane militante comunista, poi consigliere comunale a Bagheria, va in viaggio e torna dall’Urss “riformista, poi la strage di Portella della Ginestra, i comizi in piazza e le elezioni, i condizionamenti della mafia, le lotte tra DC e PCI, il boom economico e, la contestazione giovanile del 68 e infine arriva il fatale incontro con la donna della sua vita. Si innamora della coetanea Mannina, ma i genitori di lei non acconsentono alla loro unione per le precarie condizioni economiche della famiglia di Peppino e soprattutto perché è comunista e la costringono al fidanzamento con un altro I due non si danno per vinti e continuano in segreto la loro relazione, finché non decidono di dichiarare ufficialmente il loro amore con una “fuitina”, chiudendosi a chiave nella casa di lei. Cosi finalmente riescono a coronare il loro sogno d'amore e si sposano, formando una numerosa famiglia, vedendo la crescita dei figli e la trasformazione del paese. Baarìa non è un film dalla storia tipica e dalla trama unitaria. Con un approccio singolare, la pellicola racconta oltre alle vicende private, anche la guerra, le spaccature politiche, le conquiste culturali e le rivoluzioni sociali sullo sfondo di una Bagheria in trasformazione. Strano film di Tornatore, visto la prima volta non mi piacque eccessivamente, alcuni passaggi mi erano sembrati piuttosto nebulosi, con momenti oscuri e balzi temporali, difficili da seguire e anche riferimenti storici difficili da cogliere. Tuttavia rivisto mi ha fatto un'altra e più positiva impressione. Fermo restando che alcune scene sono per me indecifrabili. Il dialetto stretto anche se a volte incomprensibile, rende i dialoghi molto verosimili, gli attori sono ispirati. Il regista ama saltellare tra sogno e realtà, non dimenticando mai le sue radici. Dice Tornatore "Baaria non è un film autobiografico, ma un film personale" e se lo dice lui che lo ha concepito, c'è da crederci. Ci regala spruzzi di nostalgia, per qualcosa che non c'è più. E così si viaggia oltre Bagheria, senza mai fermarsi, con la musica di Morricone in sottofondo e la frenesia di Peppino negli occhi, la storia non conosce sosta, tutto è molto frettoloso, ridondante, perfino confuso. Tornatore riprende a parlare della sua Sicilia,riesumando il bambino di Nuovo Cinema Paradiso che non riguarda più solo vecchi spezzoni di film, ma riprende anche racconti dei nonni, ricordi personali e voci dei paesani. Tornatore deve gestire unamole di materiale enorme, che gli impone, onde evitare dolorose omissioni, di velocizzare, anche a costo di sembrare ed essere infatti frenetico. Baarìa è un film particolare, si potrebbe definire in senso lato “barocco”. I vari registri comico, grottesco, tragico si miscelano audacemente, in modo un po’ caotico, E' come un’assortita vetrina, dove ci si trova ogni sorta di pasticcini, ma posizionati, cosi alla rinfusa e ognuno può scegliere ciò che vuole, se riesce a trovarlo. Quando Peppino lascia Baarìa e va all'estero, ci resta un bel po' di tempo, scrive lettere alla moglie, ritorna. Quando arriva nella piazza del Paese con la sua valigia di cartone, i paesani gli chiedono: "Peppino, dove stai andando?" paradossale Non si sono accorti della sua assenza. A Bagheria, come in Sicilia e nel resto del mondo, esserci o non esserci, è indifferente. Dappertutto il mondo gira vorticosamente, indipendentemente da ciascuno di noi.

 

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