Regia di Jan Sverak vedi scheda film
A mio avviso, i due Sverák in questo film hanno cercato di trattare troppi temi - per altro tutti parecchio complessi -, finendo inevitabilmente per sfiorarne appena alcuni e per trattarne superficialmente - e troppo semplicisticamente - altri. Con questo genere di approssimazione, un po' ridendo e scherzando (con moderazione) e senza rinunciare a un certo autocompiacimento al limite del ruffianesco, affermerebbero quanto segue: i giovani sono vuoti a perdere; le macchine non saranno mai in grado di sostituire gli uomini (anche se lo fanno già da un secolo e continueranno a farlo sempre di più); dio è oramai una figura marginale e a tenere in vita gli esseri umani, facendoli sentire sempre degli adolescenti un po' sbarazzini, non è l'amore - come qualcuno potrebbe erroneamente pensare; anche perché esso è instabile e passeggero - bensì l'innamoramento, l'infatuazione che si perpetua senza soluzione di continuità, e, principalmente, l'impulso sessuale; anche se poi, all'ultimo minuto e non prima, di fronte all'ineluttabile evidenza, ci si trova costretti - inesorabilmente - a fare i conti con la (dura) realtà e ad accettarla. Volenti o nolenti. Banalità allo stato brado o arguta e divertente disanima di argomenti di grande attualità?
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