Regia di Tom Tykwer vedi scheda film
Buono l’inizio…ma solo quello e poco altro in effetti. Il film (un tour abbastanza anonimo attraverso svariate locations europee e non solo che avrebbe dovuto rendere non so quale atmosfera d’internazionalità) è l’ennesima paccottiglia di mediocri sequenze d’azione alternate alle solite declamazioni di buoni (ma semplicistici) propositi; parole quasi a vanvera che non bastano per riempire il vuoto della sceneggiatura. La rappresentazione del mondo politico-finanziario (affetto dall’ingombrante figliolanza malata - le banche d’affari - di quella malattia inguaribile chiamata “capitalismo”) è a dir poco superficiale e fa il paio con la deprimente ingenuità dell’agente Salinger; una vita passata nell’Interpol senza sapere che si tratta di una mera organizzazione d’intelligence - con limiti di competenza da rispettare - e non una polizia giudiziaria…manco fosse lo “Zenigata” della situazione.
Per la verità non mancano rimedi alla noia: la comparsata di Barbareschi nei panni di un aspirante premier italiano (ma che intrallazza a piene mani nel mondo del traffico delle armi) è davvero simpatica (per non dire comica, visti i malcelati riferimenti ad un altro - ma vero e ormai ex - primo ministro italiano) e la scena della sparatoria al museo Guggenheim ha un che di liberatorio; il ritmico e quasi ipnotico frastuono delle mitragliate scuote certamente l’inerme spettatore dal torpore che lo aveva, nel frattempo, assalito…ma è comunque poca roba…e il pietoso finale azzera ogni flebile residua aspettativa di riscatto (del film, dalla mediocrità).
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