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RocknRolla

Regia di Guy Ritchie vedi scheda film

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La recensione su RocknRolla

di ROTOTOM
8 stelle

Ci sono casalinghe che passano la vita a vietare al marito il calcetto del giovedì. Fidanzate isteriche che non permettono un fine settimana all’anno di pesca al lago al loro promesso. Mogli che proprio quell’hobby del maritino fa torcere loro le budella, che sia costruire aquiloni o collezionare elmetti della seconda guerra mondiale, non fa nulla. Se nella vita comune castrare è comune, nella vita straordinaria di Mrs. Veronica Ciccone in arte modestamente Madonna, in ebraico Esther, la castrazione dell’amato è, per proprietà transitiva, straordinaria. Guy Richie talentuoso regista britannico aveva lasciato i testicoli nel cassetto del comodino della mogliettina, proprio di fianco all’Alka Seltzer e al vibratore rosa  divenendo il Sig. Madonna (che tanto ha di uno che smoccola da mane a sera) e accettando di dirigere l’ignobile farsa del remake della Wertmuller Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare di agosto . Poi più nulla. Fino a Rocknrolla, scritto in tempi di divorzio, (ma veh!) storia di gangster e grandangoli, macchine costosissime e bassifondi, ladri rocker che alla fine vincono sul pop del crimine Londinese. Guarda un po’.  Londra scintillante di palazzi in vetro e yacht, faccendieri palazzinari e assessori corrotti, truffatori, dark lady a far girare tutta la storia solo millantando il fatidico pelo che da solo vale una coppia di buoi. Il ragazzo di Lock & Stock e The Snatch è tornato a far vorticare le pistole e incollare le inquadrature sghembe nel suo caratteristico montaggio sincopato (attenzione al congresso carnale tra One Two e Stella, compresso in poche efficaci stacchi) ficcato in una vicenda di virile (?) truffaldineria dove tutto è ciò che non sembra e viceversa. O viceversa ancora, non ricordo.

Stile soprattutto, la storia è un pretesto per fare un film, senza alcun intento moralizzante, su cosa è oggi il gangster. O su cosa diventa chi ha troppi soldi. O troppo potere. Che ne so. La violenza è grottesca, divertita e fuori campo, fatta di suoni smorfie e situazioni paradossali.  Nel mondo di Guy Richie tutto si muove in un tempo relativo, più veloce, contemporaneo e riconoscibile (il magnate russo è Abhramovic) ma senza tutti gli orpelli della verosimiglianza. Nessun aggancio o riferimento a fatti o situazioni reali, nessun contatto con la parte comune del mondo. Quella parte che ha i testicoli nel comodino del letto della moglie. Quello non è il suo mondo, quelli sono i suoi testicoli e se li è ripresi ritornando ad essere il tamarro più cool della cinematografia del crimine.

N.B. Zona Pulp Fiction: da riprendere e studiare e ripetere in gruppo il delirante balletto tra Gerard Butler e Thandie Newton alla festa gay con tanto di fumetti con incarico a delinquere.

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