Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
L'avventura di un Che pragmatico, che conquista il potere con pochi uomini e pochi mezzi, senza che ciò sia l'effetto di un miracolo. La lezione è dura, e priva di rassicurazioni etiche: la vittoria non è il premio morale per chi sta dalla parte giusta, né l'automatico prodotto della determinazione, bensì il risultato di una strategia sviluppata con intelligenza, e sostenuta dalla volontà. La fortuna può avere la sua parte, eppure il principale ostacolo al successo non è la sua assenza, bensì l'incapacità di trasformare il caso in occasione. E se è vero che anche la tenacia più ferrea ammette incrinature, il segreto sta nell'evitare che il passo falso scateni una valanga, e il ripensamento del singolo sfoci in una ritirata collettiva. "L'Argentino" è molto più che la cronaca delle fasi di una guerra. Del resto la sua struttura ad episodi non sembra fatta per tracciare un percorso tattico, bensì per evidenziare i momenti cruciali di un'evoluzione: quella che trasforma il protagonista in lìder, mescolando, in un mitico crogiuolo, la sua figura professionale, i suoi tratti caratteriali, e le sue idee politiche.
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