Regia di Emir Kusturica vedi scheda film
VOTO : 6/7.
Partono i mondiali sudafricani e mi sembrava il momento migliore per vedere il “documentario” che Kusturica ha dedicato a quello che è ritenuto da molti il più grande calciatore di tutti i tempi (anche perché se va male la sua avventura da trainer, con la squadra che si ritrova, potrebbe perdere parecchi fans in patria).
Era difficile costruirci intorno novanta minuti, ma qui è stato davvero bravo il regista, che si vede quanto ammiri il giocatore, riuscendo peraltro a dribblare il rischio concreto di limitarsi a mettere insieme solo tanti gol.
“Nel campo era un Dio, nella vita di tutti i giorni è stata una persona normale, con i suoi sbagli, i suoi eccessi, i suoi rammarichi e le sue debolezze”.
Tutto il Maradona che ci aspettiamo lo vediamo (nei suoi momenti migliori, ma anche nei peggiori, ah cosa avrebbe fatto se non fosse incappato nella cocaina, se lo chiede lui stesso in una scena dove il suo volto segnato dalla vita si mostra sinceramente commosso), ma il tocco del regista è felice anche, e soprattutto, per altri motivi che esulano dall’ovvio.
Ci mette del suo (oltre a se stesso in prima persona in quanto è “spalla” attiva anche in scena), tra idee politiche, un viaggio nella sua Belgrado (con il Ministero degli interni devastato) con Diego che saluta la gente per strada (immagino lo stupore di alcuni), un parallelo con immagini tratte da alcuni dei suoi primi film e qualche spezzone da fumetto dove il suo eroe sbeffeggia i potenti padroni del colonialismo.
C’è di tutto insomma e lo si guarda volentieri (e lo dice uno che non ha mai amato troppo il giocatore e forse ancora meno tutto il resto che gli è ruotato intorno), con un pizzico di nostalgia, ma anche tanta vitalità, tra lacrime, risse, arresti, gli affetti familiari e le gioie.
Un excursus completo che va oltre al semplice documentario e per questo non può che essere, a parer mio, giudicato in modo positivo, seppur l’imprinting scelto sia molto sopra le righe.
Bravo Emir, il tuo periodo da grande regista è forse passato, ma questa è una bella scheggia, minore, ma pur sempre importante.
VOTO : 6/7.
Bravo a non fare un semplice documentario, inserendoci un pò di se stesso ed il suo gusto cinematografico, probabilmente un pò sopra le righe, ma comunque funziona.
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