Espandi menu
cerca
Hunger

Regia di Steve McQueen (I) vedi scheda film

Recensioni

L'autore

michemar

michemar

Iscritto dal 13 dicembre 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 33
  • Post 9
  • Recensioni 359
  • Playlist 4
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Hunger

di michemar
10 stelle

Esordio molto impegnativo del regista Steve McQueen. L’argomento trattato è la ribellione in carcere dei militanti dell’IRA negli anni ’80 e soprattutto del loro sciopero della fame che porterà alla morte di alcuni di essi, a cominciare dal loro capo, il purtroppo celebre Bobby Sands. E su di lui si impernia il film e l’intero racconto.

Esordio molto impegnativo del regista Steve McQueen. L’argomento trattato è la ribellione in carcere dei militanti dell’IRA negli anni ’80 e soprattutto del loro sciopero della fame che porterà alla morte di alcuni di essi, a cominciare dal loro capo, il purtroppo celebre Bobby Sands. E su di lui si impernia il film e l’intero racconto.

Opera divisa praticamente in tre parti.

La prima mostra gli arresti degli attivisti nordirlandesi e le violenze inferte loro dalle guardie carcerarie; quindi sequenze di scene dure e cruente, da stomaci forti. Ma anche i ribelli sono duri e resistono a qualsiasi massacro in nome della loro fede, perché non diversamente si può chiamare il loro credo politico che li spinge unitariamente a resistere a tutti i soprusi e punizioni che devono sopportare.

La seconda parte è la fase cruciale del film, perché il colloquio del protagonista, un eccezionale Michael Fassbender, con un prete cattolico irlandese è la chiave di lettura del film. Questa è la fase clou anche dal punto di vista artistico, in quanto la sequenza lunghissima della durata di ben 22 minuti (almeno nella versione originaria) e girata senza stacchi e con un unico ciak  ha richiesto una preparazione di un mese; l’inquadratura unica è fissa sui due interlocutori che si incontrano nel parlatorio del durissimo carcere di Long Kesh conosciuto col nome di Maze e si vedono solo tavoli e sedie, perché tutto è concentrato sul dialogo serrato tra i due e sull’annuncio da parte di Bobby Sands dell’inizio di uno sciopero della fame che sarà effettuato coinvolgendo piano piano tutti i ribelli sino ad arrivare al suicidio, per provocare ancor più la reazione dell’opinione pubblica. E ne morirono sette, difatti.

E da qui la terza fase del film HUNGER, la fame, la fame che porta alla morte. Fassbender dà una prova attoriale che spaventa, il suo dimagrimento è ben superiore alla pur notevole prestazione di Christian Bale de L’UOMO SENZA SONNO, pelle e ossa e martoriato da ulcerazioni. La morte che lentamente si impossessa del suo corpo in sequenze lente e di grande sofferenza fisica quale estrema protesta verso il governo della signora Thatcher. Lei è presente nella storia, in voce quando tiene a precisare che la violenza dei ribelli è da ritenere un reato comune e non politico e l’ordine verrà mantenuto in ogni caso; ed è presente nelle mani sbucciate e sporche di sangue dei secondini, che la mattina si alzano come lavoratori di fabbrica e si accingono invece ad andare in un luogo di torture: quel lavaggio di mani rappresenta lo stato che ipocritamente si autoassolve.

Il binomio McQueen-Fassbender nasce così, in un film che non fa sconti alla violenza e alla storia della protesta nordirlandese. La bravura del regista e dell’attore è evidente ed oggi è esplosa con SHAME e sicuramente in futuro saranno fuochi d’artificio.

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati