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Ladyhawke

Regia di Richard Donner vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Ladyhawke

di giansnow89
8 stelle

Gradevole fantasy in un incantevole scenario medioevale.

Epica, storia, fantasy, sentimentalismo ai confini del feuilleton: c'è un po' tutto in questo grazioso Ladyhawke. L'amore impossibile fra l'angelica Isabeau (Pfeiffer) e Navarre, ex capitano delle guardie della città di Aguillon (Hauer). Un amore gravato da una terribile maledizione, lanciata dal vescovo di Aguillon (John Wood), che, invaghitosi della bella Isabeau, e non sopportando il fardello e il disonore del suo rifiuto, stringe un patto col demonio. I due saranno per l'eternità condannati a non potersi incontrare mai più: Isabeau di giorno sarà un falco, Navarre di notte diventerà un lupo. Sempre insieme, eternamente divisi. C'è una distanza ampia quanto quella tra due universi paralleli, incompatibili, il giorno e la notte mai si possono toccare, non sono sovrapponibili, ma sono unità disgiunte; eppure li uniscono la vicinanza fisica e la vertigine del ricordo. Tra il negromante che solo in apparenza è un uomo di Dio e le due anime in pena, si pongono il fuggiasco ladruncolo Philippe (Broderick) e il monaco Imperius (McKern), che saranno gli elementi fondamentali per ricostituire lo status quo, l'ordine naturale delle cose.

 

La simbologia del film è senz'altro ricca. Navarre di notte si muta in lupo, animale solitario ed errante per eccellenza, tormentato, temuto. Ed infatti Navarre è un cavaliere cui è stato tolto tutto: il suo prestigioso incarico, l'onorabilità, e soprattutto la donna amata. E' un uomo senza patria e senza radici, che è stato messo all'indice di fronte alla collettività dal vescovo, ricercato per non si sa quale colpa, emarginato e costretto a nascondersi. Il falco invece è animale fedele nell'iconografia, ma al tempo stesso libero e sfuggente, e con un residuo lato selvatico ineliminabile. Ed infatti Isabeau anche nelle sembianze di falco non si stacca mai un momento dal braccio di Navarre, rimanendogli inconsapevolmente fedele e vicina malgrado la sua semivita. E viceversa grazie alle sue ali sembra poter sfuggire per sempre alle brame del vescovo, che pure continua a coltivare l'ossessione di ghermirla e possederla nelle sue notti insonni, nonché quando raccomanda a un suo uomo incaricato di ricercare Navarre, che non sia fatto alcun male al falco. Questo Vescovo è sicuramente un personaggio interessante, probabilmente il meglio caratterizzato della pellicola. Uomo di chiesa, ma fatalmente affetto dalle più infime pulsioni umane, sembra il Frollo di Notre Dame, anche lui accecato dalla passione insensata e senile per una fanciulla e anche lui condotto inevitabilmente alla perdizione da tale peccaminosa libido. Infine abbiamo il picaresco Philippe che ha la funzione di sdrammatizzare i momenti di maggior pathos con i suoi motteggi e le sue innocenti bugie; e il grasso monaco Imperius (avente identica funzione di Philippe) che un tempo fu delatore dell'amore tra Navarre e Isabeau e oggi è in cerca di riscatto da quella colpa. 

 

Il finale è prevedibilmente liberatorio. Il vescovo si mostra per il vigliacco e malvagio che è, esibendo la natura che sino allora i suoi inutilmente sfarzosi e ingannevoli paramenti avevano accuratamente nascosto. I due amanti sono sciolti dal vincolo della metamorfosi e possono nuovamente abbracciarsi e baciarsi, ispirando allo spettatore soddisfazione, ma non commozione, perché il film da certi toni superficialmente rosa, si tiene a debita distanza. I due improbabili aiutanti trovano finalmente uno scopo nella loro vita e in un certo senso la vicenda è occasione di rinascita anche per loro, per il topo di fogna che è stato a un passo dalla forca, e per il crapulone monaco che ha messo a frutto gli insegnamenti della religione. Insomma, una pellicola che coinvolge, non pretende e non cerca le lacrime, ma racconta una storia d'amore semplice in una maniera insolita. In una cornice che, è giusto ricordarlo, è quasi interamente italiana. 

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