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Hi, Mom!

Regia di Brian De Palma vedi scheda film

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La recensione su Hi, Mom!

di millertropico
8 stelle

Hi, mom!... Ciao mamma! È’ il saluto conclusivo che fa davanti alle telecamere l’impassibile Robert de Niro al termine delle sue sconclusionate avventure.

Deciso a mettere a frutto le sue capacità di operatore cinematografico per realizzare una pellicola pornografica, l’uomo per raggiungere il suo scopo, non ha esitato infatti a mettere in piedi una macchinosa messa in scena:  sistemata una cinepresa ad azionamento automatico alla finestra del palazzo di fronte alla sua camera, lo vediamo darsi da fare (con esilaranti effetti di accelerazione) nel tentativo di sedurre in un tempo “cinematograficamente compatibile”, una ragazza invitata in camera sua proprio a questo scopo.

Di fronte al fallimento dei suoi tentativi per fare soldi, non troverà poi di meglio che far saltare con la dinamite l’intero palazzo in cui abita, in segno di rivolta contro la società circostante.

Ottimo esordio  un po’ anarcoide di Brian de Palma che qui gioca allo sperimentalismo e alla provocazione, potendo contare sul contributo di un attore duttile e  “creativo” come era appunto De Niro in quel periodo.

Il copione sembra essere quasi un pretesto, perché l’interesse prevalente del regista risulta  indirizzato soprattutto  a verificare la validità e la tenuta di uno stile in formazione e ancora un po’ acerbo, che si concentra  sul rapporto che il cinema deve avere con una “realtà” fotografata (e quindi mediata) dalla macchina da presa, e in questo si conferma già audace “autore” affascinato proprio dalla possibilità di filmare le cose.

De Palma è  dunque già straordinario nell’organizzazione delle immagini con le quali stimola costantemente lo spettatore ricorrendo anche a qualche gratuita provocazione. E’ disposto insomma a rischiare  facendosi rimproverare magari alcune intemperanze di troppo e qualche ingenuità narrativa, ma tenendo sempre alto il controllo  della forma, perché sa perfettamente che è poi quello ciò che conta davvero al cinema e che la forma rappresenta il mezzo più idoneo per mettere in evidenza le sue qualità già singolari persino nella impaginazione di una pellicola di taglio un po’ sperimentale come questa.

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