Regia di Tomas Alfredson vedi scheda film
In una fredda Stoccolma due ragazzini, Oskar ed Eli si incontrano. Oskar, 11 anni, ha in testa un solo sogno: trovare il coraggio di ribellarsi ai bulli che lo vessano giornalmente a scuola. Eli, apparentemente di qualche anno più grande, è alle prese con un singolare problema alimentare: è infatti una vampira. Insieme cercano di affrontare i loro problemi e la loro solitudine nella completa indifferenza dei genitori e della comunità. Nessuno infatti si accorge del malessere di Oskar e nessuno si preoccupa del fatto che Eli esca solamente di notte e non vada neanche a scuola. Due caratteri diversi tra loro. Oskar timido e impaurito dagli eventi e dalle angherie subite, Eli incastrata in un corpo da eterna bambina costretta a ripetere gli stessi gesti all’infinito. L’eternità ha un peso terribile, lei lo sa bene e Oskar lo scoprirà presto. Lasciami entrare è sì un horror, ma non è questo che colpisce. Sarà la neve che scende leggera, il paesaggio, o il silenzio che avvolge tutto il film, ma quello che arriva dritto al cuore più dei rituali di morte (abilmente lasciati fuori dalle inquadrature come se il regista volesse proteggere Eli dai nostri sguardi curiosi) è la tenerezza di un sentimento quale è l’amore. Un amore incondizionato, crudele, ma puro. Il treno che li porterà lontano segnerà l’inizio di una realtà nuova per loro: Oskar scappa da una comunità che non lo accetta, Eli da quella in cui non potrà mai entrare. L’amore che li lega gli impone di proteggersi a vicenda, e lo faranno.
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