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The Strangers

Regia di Bryan Bertino vedi scheda film

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La recensione su The Strangers

di Baliverna
7 stelle

Una coppia poco unita è assediata in una villa di campagna da misteriosi e minacciosi personaggi. Buon horror non convenzionale.

È un'opera abbastanza riuscita, che non appartiene a quel diluvio di horror da due tacche che trattano di maniaci o di fatti di sangue di questo stampo. Chi li vede, li dimentica dopo un'ora. Qui c'è del mestiere, la capacità di creare la suspense soprattutto con quello che non si vede, e un messaggio non esplicito ma incorporato nella vicenda, la quale è comunque tratta da una storia vera.

Un altro punto che va a merito di questa pellicola è il poco sangue, e l'assenza dello splatter, che in una situazione del genere sarebbe stato, secondo le regole del genere, un elemento dovuto. Le cose che accadono fanno accapponare la pelle, ma si vede poco, e pure si capisce poco, almeno per un bel po'. La tecnica del non mostrare chiaramente, tuttavia, è collaudata, e garantisce una buona resa in termini di paura e brivido.

Ciò che fa venire la pelle d'oca, è anche il fatto che in certe villette americane con il giardino curato e la macchina luccicante in garage – come suggerisce la sequenza iniziale - si nascondano a volte dei veri mostri, figuri sadici e sanguinari, che sanno però camuffarsi perfettamente nella vita di ogni giorno, sembrando ai più brave persone. Oppure si può pensare a certi bamboccioni o bambole con i genitori pieni di grana, rimpinzati di tutti i vizi e comodità, che un giorno si ritrovano a torturare e ad uccidere con una naturalezza che lascia basiti.

Qualche parola anche sui due protagonisti. La loro situazione sentimentale è piuttosto misera e precaria, denotando una povertà umana e una certa incapacità di amare da parte di entrambi. Lei “non si sente pronta” a dire di sì, perché teme il legame stabile. Lui, dal canto suo, si rivelerà alla prova dei fatti non proprio un uomo coraggioso che protegge la donna che ama. Se da una parte, infatti, cerca di fronteggiare i misteriosi assedianti difendendo anche la ragazza, dall'altra mostra ambiguità e meschinità in più di una situazione.

Ciò che non mi ha convinto è la macchina a mano, oscillante, in certi passaggi dove la cosa appare un po' fine a se stessa e gratuita; oppure un finale secondo me sbagliato, che ricorda un atleta che scivola sulla striscia della fine. Un finale pacato e gelido avrebbe reso, secondo me, di più, senza far scricchiolare l'intera vicenda.

Complimenti al regista, invece, per la sequenza della misteriosa ragazza che all'inizio bussa e chiede di Tamara. Sembra di no, ma bisogna saperci fare.

Chi vuole toccare la paura con mano, senza banalità ed inutili effetti speciali, si accomodi.

 

 

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