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Sfida senza regole

Regia di Jon Avnet vedi scheda film

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La recensione su Sfida senza regole

di mc 5
6 stelle

Che il film sia deludente è la meno significativa delle notizie; è cosa ampiamente nota, dal momento che non c'è giornale o sito web che non lo abbia sottolineato. Poi (permettetemi l'immagine balorda) sta ad ognuno vedere il classico bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. D'accordo, è evidente che qualcosa non è andato per il verso giusto, altrimenti non si capisce come due superstar simili abbiano partecipato ad un prodotto così modesto. Sì, perchè il film ha l'aria di un b-movie televisivo, non contiene nulla di "alto" o di raffinato. E non si capisce questa impostazione un pò cupa e notturna da serie B fino a che punto sia un aspetto voluto oppure il risultato di qualcosa che è sfuggito di mano al regista o alla produzione. Ma se uno sa già che non deve aspettarsi un film appassionante, può essere che si accontenta e torna a casa soddisfatto, perchè poi alla fine non è una pellicola sgradevole. E' chiaro che un film che nasce sotto il segno ingombrante di due giganti di tale portata racchiude già in partenza un vizio d'origine: non dev'esser facile gestire un progetto scritto apposta per due personcine che hanno dato un solido contributo alla Storia del Cinema contemporaneo. Infatti prima di tutto occorre distribuire spazio, tempo e attenzione in parti uguali fra i due protagonisti, dosare, bilanciare, compensare, in modo che nessuna delle due star ne esca sminuita. Oltretutto le figure dei due poliziotti appaiono leggermente "datate": colpa dell'età anagrafica dei due attori? colpa dello stile un pò classico e retrò del regista Jon Avnet? La domanda che chiunque non abbia ancora visto il film si pone è una sola: "allora, i due leoni sono in forma?". Mah. Fermo restando che nel film tutto è al loro servizio (che poi, come si è detto, non è che sia un gran servizio, data la portata modesta dell'opera) i due leoni appaiono un pochino spelacchiati (il tempo passa anche per loro, è banale dirlo ma bisogna tenerlo presente). Entriamo nel dettaglio. Pacino celebra sè stesso in modo roboante, quando monologa sul senso della vita (tipo) sembra sempre che stia declamando l'Amleto, tuttavia a mio avviso è dei due quello messo meno peggio, nel senso che come istrione dà dei punti a molti colleghi, e può permettersi di "gigioneggiare" perchè la sua statura artistica glielo consente ancora. Diverso il discorso per De Niro che appare molto più imbolsito. Bob in certi momenti è addirittura imbarazzante, fa quasi tenerezza, sembra sperduto, sembra uno che non sa dove mettere le mani, e allora lui cosa fa? fa le "facce", e precisamente piega in basso gli angoli della bocca, dipingendo qualcosa che somiglia ad una smorfia. Ciò che è solo la caricatura di quella "maschera", di quel "ghigno" ambiguo ed inquietante che caratterizzava il Bob che conoscevamo ed amavamo. E voi non immaginate quanto mi faccia male dover considerare che un mio mito (e uno dei giganti del Cinema di tutti i tempi) possa essere ormai "bollito". Nel cast da segnalare quella vecchia volpe di Brian Dennehy, imbolsito il giusto pure lui, e quello scemo di 50 Cent (braccia rubate all'agricoltura). Segnalazioni anche per la brava Carla Gugino che qui fa una poliziotta tostissima, ma soprattutto il formidabile John Leguizamo, ormai l'ispanico più bravo e più richiesto di Hollywood. C'è chi ha criticato la sceneggiatura e un finale prevedibile: boh, a me la storia non è dispiaciuta ...è una storia da b-movie con un killer sconosciuto che ammazza di brutto, sparandogli a tradimento, tutti i peggio bastardi criminali in circolazione. Per inciso, lo sceneggiatore è lo stesso di quell'immenso film che è stato "Inside Man" di Spike Lee. Da notare che il volto del killer-giustiziere ci viene mostrato, in una sorta di confessione videoregistrata, già all'inizio. Con l'implicita avvertenza che in realtà le cose non sono affatto come sembrano e la verità va perseguita in un'altra direzione. Certo, l' ideale sarebbe stato un film dove la trama fosse stata solo un pretesto per agevolare due vecchi leoni di Hollywood nell'esibire dei magnifici "assoli", per ruggire ancora come ai vecchi tempi, teatralmente, stimolando applausi a scena aperta: a quel punto chissenefregava più del plot? Ma sarebbe stato tutt'un altro film, che questo sì, supera la sufficienza, ma purtroppo i due leoni emettono solo qualche miagolìo, di ruggiti nessuna traccia. Sono riuscito ad evitare ogni richiamo alla precedente esperienza dei due in "Heat-La sfida", avrebbe significato aprire una parentesi dolorosa, che potremmo sintetizzare volgarmente affermando che "la differenza è nel manico", e se il "manico" si chiama Michael Mann è tutta un'altra musica.
Voto: 6 +

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