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Revolutionary Road

Regia di Sam Mendes vedi scheda film

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La recensione su Revolutionary Road

di port cros
8 stelle

Siamo nel Connecticut degli anni 50 e Frank ed April Wheeler, sono una giovane coppia sposata con due figli che abita in una confortevole casa in Revolutionary Road, in un lindo sobborgo residenziale. Frank si reca a lavorare a New York nella stessa azienda di elettronica dove era impiegato il padre, mentre April, abbandonato il sogno di fare l'attrice, si dedica alla casa ed ai figli. Un giorno April tira fuori l'idea che la famiglia potrebbe trasferirsi a Parigi, dove lei troverebbe un ben pagato lavoro di segretaria presso organizzazioni internazionali mentre Frank, lasciatosi alle spalle il suo noioso lavoro impiegatizio, avrebbe finalmente l'opportunità di scoprire il suo vero talento e realizzare i suoi sogni. Frank sembra accettare con entusiasmo l'idea di April, che viene comunicata agli increduli amici e vicini, ma pian piano scopriamo che la scelta di partire per la Francia serve a nascondere le crepe che già si nascondono sotto una superficie di apparente felicità coniugale.

 

 

 

 

Tra i due Frank sembra il più legato alla sua vita ed anche al lavoro e fare la stessa vita del padre, nonostante dica essere stato il suo peggiore incubo di gioventù, sembra poi non dispiacergli fino in fondo, soprattutto quando si tratta di accettare possibilità di avanzamento di carriera.

Man mano che il cambio di Paese e di vita si rivela una chimera irrealizzabile, tutto crolla intorno e dentro i due protagonisti: la loro adolescenziale presunzione di essere “speciali” e diversi dalla massa, il loro menage coniugale da famigliola borghese, la loro storia d'amore, che implode in un crescendo di recriminazioni, ostilità e rancore. La loro vita prima apparentemente perfetta prende così una lenta ed inesorabile parabola discendente, in cui la frustrazione per i desideri irrealizzati ed irrealizzabili finirà per assumere la forma della disperazione.

 

 

 

 

Revolutionary Road non sarebbe il gran film che è senza la recitazione superlativa dei due protagonisti Di Caprio e Winslet, che in questo film hanno modo di dimostrare il loro talento molto più che in Titanic, dove il virtuosismo recitativo doveva per forza di cose lasciare spazio al rutilare degli effetti speciali. Di Caprio è perfetto a delineare Frank, che dietro una maschera di preteso anticonformismo si tiene ben stretto il suo ruolo di uomo di (mediocre) successo ed è pronto ad esplodere non appena questo viene messo in discussione. La Winslet ci rifila una serie di pugni nello stomaco con la sua April, raggelata e schiacciata dalla frustrazione di non poter uscire dalla gabbia, apparentemente dorata, della vita familiare, che finisce per odiare profondamente.

Anche i non protagonisti eccellono, due su tutti: Kathy Bates nel ruolo dell'agente immobiliare che trova alla nostra coppia la casa di Revolutionary Road, donna conformista ed ipocrita, e Michael Shannon nel piccolo ma fondamentale ruolo del figlio psicolabile di questa, che nella sua insolente follia riesce a vedere dietro la maschera dei Wheelere sbatte loro impietosamente in faccia la cruda realtà del fallimento del loro matrimonio.

 

 

 

 

L'altro elemento di grande forza del film è la solida e spietata sceneggiatura di Justin Haythe, dal romanzo di Richard Yates, che la regia di Sam Mendes sa servire alla perfezione. La più grande abilità del regista, in questa pellicola, è proprio quella di far risaltare al massimo, con misura e senza calcare inutilmente la mano, la disperante ferocia della sceneggiatura, espressa dalla superba recitazione dei protagonisti, con una direzione discreta ed intimista ma totalmente efficace nel convogliare forti emozioni. La bella fotografia di Roger Deakins e la colonna sonora di pezzi slow d'epoca completano il quadro di un film memorabile.

 

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