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Changeling

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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La recensione su Changeling

di mc 5
10 stelle

Che meraviglia di film!! Intanto, probabilmente uno dei più bei film dell'anno, e sicuramente uno dei più riusciti di Eastwood. Un film in cui tutto si fa apprezzare. La scelta degli attori; una sceneggiatura praticamente perfetta senza la minima sbavatura, opera di J.Michael Straczynski; una splendida fotografia curata da Tom Stern. E poi c'è il tocco magico di "nonno" Clint Eastwood che ogni volta ci regala qualcosa di sempre più memorabile, riconfermandosi fra i 3 o 4 più grandi Maestri del Cinema contemporaneo. E per conto mio la recensione potrebbe anche finire qua, con l'invito ad andare di corsa a vederlo al cinema. Inutile infatti star qui a cavillare su un film in cui pare non esistano difetti, come d'altra parte inutile anche sperticarsi in elogi verso un film-capolavoro le cui qualità ciascuno può verificare da sè. Però qualche altra cosa vorrei dirla, partendo da una riflessione del tutto personale. E cioè che ci deve pur essere qualcosa di straordinario dentro la testa di quest'uomo di cinema, qualche fuoco che brucia, qualche urgenza espressiva...se è vero che quell'uomo da rude cowboy che interpretava ruoli piuttosto monodimensionali nei western italiani è riuscito a riciclarsi in uno dei più grandi cineasti viventi. Una parabola artistica, la sua, che ha dell'incredibile e che si segnala per l'attitudine a sfornare solo capolavori e film epocali. E, scusate se mi ripeto, ma si fatica un pò a credere che tutto questo talento ci provenga dall'"Ispettore Callaghan". Il film in questione è commovente nel suo vibrante messaggio contro ogno sopruso che contrasta la libertà individuale del cittadino. Ed ecco che si delinea una componente fortissima dell'anima eastwoodiana: il suo imponente moralismo inteso come perseguimento di giustizia e di riscatto per chi nella vita ha subìto pesanti torti e diseguaglianze sociali. L'impressione che si ha fin dall'inizio è quella di un film improntato ad uno stile assolutamente CLASSICO, utilizzando oltretutto una sceneggiatura di ferro che è l'esatto opposto di chi è solito sovrapporre con disinvoltura piani spazio-temporali (chiaro il riferimento ad un altro film in questi giorni nelle sale, quello -peraltro anch'esso molto bello- diretto da Arriaga). Lo spettatore dunque vive questa storia percepita come un "drammone classico", come uno spettacolo popolare che suscita passione e coinvolgimento. Ed ecco un'altra rara dote individuabile in Eastwood, cioè quella di coinvolgere (a differenti livelli in base ai film, ovviamente) il pubblico onnivoro/televisivo delle multisale quanto il più esigente dei cinefili. L'ambientazione in una Los Angeles ai tempi della "Grande Depressione" è realizzata magistralmente, generando suggestioni fortissime e calando lo spettatore in uno scenario, in uno sfondo sociale, economico e politico, rappresentato in modo davvero coinvolgente in ogni sua componente: da una polizia corrotta e legata a filo doppio ai torbidi interessi dei politici, fino al mirabile sforzo individuale di persone come avvocati e predicatori che hanno fatto dell'impegno civile una missione di vita per una Società più giusta. E vedere questi ultimi personaggi battersi come leoni, senza averne alcun tornaconto personale, contro chi si crede onnipotente, beh, è davvero emozionante. La trama la conoscerete già tutti: una madre single legata al suo amatissimo figlio di 9 anni, subisce dapprima il dolore di vederlo scomparire nel nulla in circostanze misteriose, e successivamente dover affrontare un calvario che arriverà quasi ad annichilirla oltre che a pietrificarla nel dolore. Il punto è che a Los Angeles esiste un corpo di polizia estremamente corrotto che attua ogni forma di sopruso, tipo restituire alla madre un altro bambino al posto del suo, nella tracotante convinzione che lei abbozzerà, adattandosi suo malgrado ad un'operazione condotta allo scopo di mostrare ai cittadini (elettori!) l'efficienza investigativa della locale Polizia. E' un episodio che raccontato così appare inverosimile, invece si tratta purtroppo di fatti realmente avvenuti. Così come appare altrettanto poco credibile che la polizia, di fronte alla vivace sacrosanta opposizione della madre devastata dal dolore e da tanta rabbia, la faccia rapidamente internare in un manicomio. Eppure, per quanto pazzesca, è una storia vera, accaduta in una Società che si definisce "democratica". Come dicevo prima, per fortuna ci sono anche cittadini dotati di coraggio civile che combattono strenuamente e riescono non solo a risolvere il caso in oggetto, ma addirittura a porre le basi concrete per una moralizzazione della polizia e dei politici locali. Possiamo individuare nel film due piani. Da una parte la discesa agli inferi di questa donna sfortunata e il suo riscatto reso possibile da quei personaggi encomiabili cui accennavo prima. Ma c'è in questa vicenda un altro aspetto, ancor più oscuro e doloroso. Un dramma legato ad un repellente killer psicopatico, ma di cui non dirò altro, sennò svelerei davvero troppo. Tra questo fetido individuo malato e quella madre sventurata si instaura un rapporto ambiguo, inquietante, misterioso. Insomma, spero di aver reso l'idea di quanto questa storia sia dannatamente coinvolgente a livello emotivo. Il cast è strepitoso. A parte una Angelina Jolie molto coinvolta ed espressiva (come mai l'avevamo vista prima d'ora), segnalo un John Malkovich che riesce ad essere sublime sebbene il suo ruolo sia -tutto sommato- piuttosto ridotto. Ma va detto che la riuscita del film poggia anche sull'azzeccata scelta dei ruoli secondari, tutti affidati ad attori bravissimi ma soprattutto con le "facce giuste": e penso al detective che scopre le responsabilità del killer, ma mi riferisco soprattutto all'eccezionale attore che impersona il diabolico primario del manicomio...mi ha strabiliato per il talento con cui -ricorrendo a dettagli espressivi finissimi e sottili- esprime verosimilmente tanta meschina e viscida malvagità. Una menzione speciale va alle musiche struggenti e malinconiche curate dallo stesso Eastwood, e in particolare un ricorrente tema al pianoforte davvero bellissimo nella sua delicata tristezza. E vorrei concludere con un consiglio: dopo la visione, se potete, cercate su internet le foto d'epoca che ritraggono i VERI protagonisti della vicenda. Sarà come aggiungere all'emozione del film un'altra emozione.
Provate qui: http://www.flickr.com/photos/25958526@N08/
Voto: 10

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