Espandi menu
cerca
Sanguepazzo

Regia di Marco Tullio Giordana vedi scheda film

Recensioni

L'autore

giancarlo visitilli

giancarlo visitilli

Iscritto dal 5 ottobre 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 19
  • Post 2
  • Recensioni 452
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Sanguepazzo

di giancarlo visitilli
4 stelle

Come l’amore, possibile, al tempo del colera, così il cinema, nonostante tutto e a caro prezzo, è al tempo del fascismo. Strana storia quella che il regista di I cento passi ha scelto di portare a Cannes, in anteprima mondiale e fuori concorso. Quella di altrettanta bella gioventù, fra quella migliore che allora, nel 1945, era possibile incontrare nella vita e al cinema, prima che i loro corpi fossero ritrovati, alla fine di un’onorata carriera come attori-protagonisti del cinema dei telefoni bianchi, giustiziati dai partigiani. Infatti, i corpi di Osvaldo Valenti e Luisa Ferida vengono trovati in via Poliziano a Milano. Due attori che quindi lavoravano a quel genere tanto caro al fascismo, che aderirono alla Repubblica Sociale, dopo l’armistizio del ’43. Valenti si arruolò addirittura nella Decima Mas e per fare rifornimento di cocaina e morfina divenne assiduo frequentatore di Pietro Koch a villa Triste, luogo dove si dice abbia partecipato alle torture dei molti prigionieri con la Ferida seminuda per fomentare i seviziatori.
Giordana aveva cominciato a pensare a quest’altra tristissima storia del nostro paese già sul finire degli anni Settanta. Come sempre, quello che maggiormente funziona ed emoziona del cinema di Giordana è l’assoluto realismo del racconto. Peccato, però, che i due cattivi, nella storia del film, non suscitano rabbia, ma compassione. La Bellucci, ferma ancora alla Maddalena passionaria di Gibson, accanto ad un eccellente e sempre più bravo Zingaretti, di pazzo non ha assolutamente nulla. Tantomeno il sangue. Non da meno risulta l’imbarazzante immagine, scelta dal regista, per equiparare i corpi dei due attori a quelli di Mussolini e Petacci a piazzale Loreto. Riesumazione di un ricordo appiccicaticcio e che disturba, per il non sense.
Di bello la fortissima (per la scelta dei colori forti) fotografia, capace di ricamare intorno agli attori l’atmosfera dell’epoca: e per fortuna, altrimenti cosa sarebbe restato di questo film, se non la noia dei 150 interminabili minuti. Non è che Giordana l’ha pensato per la tv? Questo, alla fin fine, è l’atroce dubbio?
Giancarlo Visitilli

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati