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Australia

Regia di Baz Luhrmann vedi scheda film

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La recensione su Australia

di FilmTv Rivista
6 stelle

C’è la scazzottata alla Uomo tranquillo e le transumanze dei classici di John Ford. Gli occhi a tutto schermo di Hugh Jackman che citano e omaggiano quelli di Clint Eastwood nei western di Sergio Leone e la donna emancipata ante litteram che ricorda la Claudia Cardinale di C’era una volta il West. C’è il filo rosso che tiene dritta la narrazione, ovvero Il mago di Oz e la magica canzone Over the Rainbow e migliaia di altri frame rubati a cento film minori e maggiori della Storia del Cinema di Genere. E poi c’è il più grande spot che un Paese possa mai sperare di ricevere, fin dal titolo, con tanto di canguri, deserti, maestosi spazi, canyon, corsi d’acqua, aborigeni, bianchi ex galeotti (l’Australia è nata come colonia-carcere di Sua Maestà Britannica): altro che Olimpiadi di Sydney. Con tanto di finale che riconcilia abitanti originari e colonizzatori dopo le malefatte, i razzismi, le violenze perpetrati attraverso leggi, usi, costumi e abitudini ancora oggi imbarazzanti da ricordare: un faccia a faccia tra la star femmina dell’Australia, dalla pelle candida e “pura” (Nicole Kidman, come sempre al meglio quando diretta da Baz Luhrmann) e David Gulpilil, simbolo ed emblema dell’ambiente tribale tradizionale, attivo nel cinema fin dal 1969 (lanciato da Nicolas Roeg), vero e proprio Mito (assieme a Nullah, il bambino che tira le fila del discorso e che rappresenta la continuazione aborigena) di un film fluviale, noiosetto (parte centrale), con un finale troppo smaccatamente hollywoodiano. La mano del talentuosissimo Luhrmann si vede solo nella prima parte della pellicola (la migliore), fino a quando non viene travolto dai rigurgiti nazionalisti. Qualche battuta azzeccata («State facendo le cose brutte?» domanda Nullah ai due protagonisti adulti - «Stesi a letto e solletico?»), un paio di sequenze d’antologia (la mandria che rischia di finire in un dirupo), un tonico momento per donne e gay con l’inespressivo Hugh Jackman che si lava sotto le stelle davanti allo sguardo attonito ed eccitato della rifatta Nicole e un che di compiaciuto che non consente al Baz di Moulin Rouge! di ripetersi come saprebbe e dovrebbe tornare a fare.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 2 del 2009

Autore: Aldo Fittante

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