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In Bruges - La coscienza dell'assassino

Regia di Martin McDonagh vedi scheda film

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La recensione su In Bruges - La coscienza dell'assassino

di andry10k
8 stelle

Martin McDonagh esordisce con un film molto più complicato di quanto si potesse pensare. Per quanto sia un elegantissimo noir con tratti di grottesco dalla trama semplice e risvolti anche prevedibili, ha scatenato in me tantissime emozioni contrastanti creandomi più di una volta un senso di straniamento non indifferente.

 

 

La storia si presenterebbe con un perfetto noir ambientato in quel di Bruges, raccontanto la vicenda di questi due assassini, giunti in Belgio appena dopo aver compiuto uno dei loro compiti, su ordine del loro impassibile capo. Fotografia molto bella, regia deliziosa, colonna sonora ancora meglio se possibile e un eleganza da non sottovalutare. McDonagh pero' inserisce due caratteristiche completamente avulse da questo contesto e fuori dagli schemi di questo genere: Ray e Harry, i due personaggi interpretati da un ottimo Colin Farrell e un sempre straordinario Ralph Fiennes.

 

Inserendo due psicologie cosi' particolari, strane, comiche anche in questo contesto si poteva o far crollare il muro perfettamente solido eretto intorno a loro, oppure innalzarlo a qualcosa di più di un semplice thrillerino british. Ecco il regista è riuscito nella seconda ipotesi. Quello che colpisce di più è sicuramente la capacità di inserire un personaggi come Ray, che fin dall'inizio ci sembra quasi estraneo a questo "mondo", ma integrare il tutto e renderlo funzionale al genere che sta girando. Questo lato comico e quasi surreale, porta sicuramente sprazzi di grottesco nella vicenda, e sul finale quasi di soprannaturale, lasciandoci con un ultimo monologo abbastanza difficile da comprendere e che porta un "semplice" noir a farci riflettere sulle possibili interpretazioni.

 

Ralph Fiennes, Brendan Gleeson

In Bruges - La coscienza dell'assassino (2008): Ralph Fiennes, Brendan Gleeson

 

Insomma per quanto confuso, straniante e grottesco, sicuramente qualcosa arriva al pubblico, anzi molto più che qualcosa. Il regista svolge principalmente una semplice analisi sulla coscienza di un killer, in questo caso analizzando la psicologia di un giovane che viene dal suo primo "lavoro" nel settore, che causerà fin da subito diverse tragedie nella sue mente, e quella di un "vecchio" assassino, per cosi' dire, consapevole di quello che fa, interpretato da una delle cose migliori del film: Brendan Gleeson.

 

E quindi tra un sfondo di scenografie, musiche, inquadrature noir, che sembrano prevalere su tutto, e situazioni quasi comiche, grottesche, nani, paradossi che invece sembrano quasi passare in secondo piano per la maggior parte, si giunge al suddetto finale emozionante, drammatico si, ma molto soddisfacente. Più che ottimo esordio.

 

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