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Vicky Cristina Barcelona

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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La recensione su Vicky Cristina Barcelona

di Paul Hackett
4 stelle

Due belle turiste americane, avvolte dalle calde atmosfere spagnole, finiscono per essere irretite dal fascino bohemienne di un pittore playboy: la situazione si complica con l'irrompere in scena della tormentata e nevrotica ex-moglie di lui, la sensuale Maria Elena e, ben presto, il triangolo si trasforma in quadrilatero (o in pentagono, se vogliamo considerare anche il mediocre e incolore marito di Vicky). Se vi sembra la trama del più banale dei romanzetti Harmony non avete tutti i torti: con "Vicky Cristina Barcelona" Woody Allen segna una nuova, deprimente, tappa del proprio personale declino senile mettendo in scena un banalissimo grand tour artistico-erotico, impregnato di tutti i più risaputi luoghi comuni che uno statunitense possa elaborare sulla Spagna, compreso il contrasto tra il razionalismo materialista americano e l'irrazionalismo romantico del vecchio continente. Dopo avercela menata per trent'anni con la sua adoratissima New York, da qualche tempo Woody Allen ha "scoperto" l'Europa e il suo personalissimo interrail questa volta fa tappa nella trendyssima Barcellona: purtoppo non basta il vivace e solare sfondo della città catalana a risollevare le sorti di un film che francamente ha ben poco da offrire tranne il bizzarro paradosso di un regista che percorre migliaia di chilometri per girare una pellicola che non va da nessuna parte. Cast ricco ma abbastanza deludente: Javier Bardem è bravo ma è costretto ad interpretare un luogo comune più che un personaggio, la sopravvalutatissima Scarlett Johannson con "Vicky Cristina Barcelona" culmina una fase di vera e propria sovraesposizione cinematografica (fortuna che la "moda" sembra già tramontata e, negli ultimi tre anni, l'attrice si è vista decisamente meno sul grande schermo), misurata (forse anche troppo) Rebecca Hall, mentre appare francamente esagerato l'Oscar per la miglior attrice non protagonista vinto per questa interpretazione dalla pur apprezzabile Penelope Cruz che, in carriera, ha offerto prove decisamente più interessanti della caratterizzazione forzata ed isterica dell'insopportabile Maria Elena. Non so cosa aggiungere: ridateci il Woody Allen di un tempo, non dico quello dei remoti fasti di "Io & Annie", ma quanto meno quello divertente e creativo di "Pallottole su Broadway" o "Accordi & Disaccordi". Pura fantascienza, per quanto mi riguarda, le quattro stelle di FilmTv: io voto mediocre.

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