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Notte brava a Las Vegas

Regia di Tom Vaughan vedi scheda film

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La recensione su Notte brava a Las Vegas

di scapigliato
6 stelle

Un film divertente e semplice. Una “Guerra dei Roses” posmoderna con tutti gli inciampi e le esagerazioni inutili del peggior posmoderno. Il film si regge molto sulla vis comica di Ashton Kutcher, che è bravo e pochi lo ammettono o pochi lo sanno, e di Cameron Diaz, qui davvero in forma anche se a volte va un po’ troppo sopra le righe. Chissà se davvero in America succedono queste cose, ovvero che un giudice obblighi ad un matrimonio coatto perché i due giovani sposi comprendano davvero cosa sia. L’America è capace di queste diavolerie invece che ammettere che è meglio evitare danni futuri e collaterali. Ma lungi da essere una commedia moralista il film di Voughan pigia l’accelleratore sulle cattiverie gratuite e sui colpi bassi che i due protagonisti si rifilano lungo l’arco del film prima di capire che cosa sono davvero. Certo, tutto è molto edulcorato, caramelloso e paraculato, visto che poi alla fine i due giovani innamorati un po’ scapestrati e un po’ bohemien senza lavoro e tante altre cose, sono i vincitori di un jackpot di 3 milioni di dollari con cui appunto pararsi il culo. In una famiglia di operai italiani tutto avrebbe avuto un tono completamente diverso. E forse non sarebbe stata nemmeno una commedia. E forse non avrebbe nemmeno fatto ridere e divertire il pubblico, e nemmeno lo avrebbe poi fatto sognare a fine film. Perché anche di questo è colpevole, se di colpa si tratta, il cinema americano: farci sognare e sperare. Certo, chi vive sperando... Ma è anche vero che ne abbiamo bisogno. E se a farci sognare e a divertire con leggerezza sono film come questo e non i nostri cinepanettone o i film dei Vanzina, che pretendono ancora di poter insegnare il mestiere a tutti!, allora che ben vengano. E poi c’è il valore aggiunto degli interpreti. Tutti in forma: dai due protagonisti principali passando per Treat Williams e Dennis Farina. Caratteri che sanno come funzionare all’interno di una sceneggiatura molto slapstick, che poco infatti, di regola, concederebbe ai caratteri. Ashton Kutcher, poi, disarma e non solo per la statuaria bellezza fisica, irregolare e sproporzionata, da gigante maldestro, ma anche e soprattutto per una versatilità straordinaria, concessa per ora soprattutto alla commedia brillante. Bellissima la battuta del giudice che li ha in esame; una battuta audace che però buttata lì così dà pochissimi frutti, ma vale la pena riportarla: “Non sono i gay a distruggere i matrimoni, ma le coppie come voi”. Più o meno queste parole...

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