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La via della droga

Regia di Enzo G. Castellari vedi scheda film

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La recensione su La via della droga

di marcopolo30
4 stelle

Ad un'avvincente prima parte fa seguito una seconda che scade nel poliziottesco più abusato. Non benissimo il protagonista Fabio Testi, molto meglio la spalla David Hemmings.

Enzo Girolami Castellari visse a metà anni '70 il suo momento creativo migliore, con tre titoli come “Il grande racket”, “Keoma” e “Quel maledetto treno blindato” partoriti nel breve volgere del biennio 1976/1977. “La via della droga” venne girato nello stesso periodo ma risulta certamente meno ispirato dei tre titoli sopracitati. La prima parte del film sarebbe pure interessante, muovendosi sui due binari paralleli del sottobosco legato al traffico di droga e su quello delle relative indagini dell'Interpol. La seconda diventa però il classico poliziottesco di bassa lega con tanti inseguimenti e morti ammazzati a go-go. Vi sono inoltre dei dettagli assolutamente privi di senso, tipo la scena in cui il poliziotto ferito prende un passaggio in motorino da una tipa senza reggipetto e ne usa i seni come maniglie (con il beneplacito della proprietaria di tali seni). Altri momenti sono invece brillanti, cito la scena in cui il protagonista uccide uno dei narcotrafficanti seguendone i movimenti dell'ombra. Molto hitchcockiano. Finale eccessivo, con acrobazie aeree fini a se stesse e del tutto autocompiaciute, e la solita parata di pubblicità (semi)occulte: “Crodo”, “J&B”, “Jeans and Jackets Slacks” (mai sentita questa marca). Musiche dei Goblins, quelli di “Profondo Rosso”, così come dal capolavoro di Argento arriva David Hemmings, qui ottima spalla del non impeccabile protagonista Fabio Testi. 

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