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Il Cavaliere Oscuro

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

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La recensione su Il Cavaliere Oscuro

di PompiereFI
6 stelle

La voce di Batman è così bassa da farlo sembrare malato di tiroidite cronica. E anche quando smette i vestiti neri in perenne restauro, il suo tono monocorde rischia di addormentare come il suono delle Vuvuzela, grazie all’apporto indolente di Claudio Santamaria. Attento a migliorare le fattezze del nuovo costume, il Cavaliere “mascarato” è libero di muovere la testa in ogni direzione evitando fastidiosi torcicolli e si avvale di lame retrattili, deleterie per chi ha la pelle un po’ disidratata. Insomma, il Cavaliere sembra più testosteronico e combattivo che mai: le tecnologie e la fantasia di 007 gli fanno una pipa.

Ci si è sforzati di far apparire l’uomo vestito da pipistrello in una dimensione reale e attuale, indebolendo le sue certezze e il suo consenso popolare, con l’idea di renderlo antipatico fino a farlo sembrare un nemico. Ma quello che non funziona è soprattutto il dramma che vorrebbe entrare così prepotentemente nelle scene d’azione, le quali, con il Joker in ballo, dovrebbero essere un po’ più leggere, o magari emozionanti. Invece diventano una corsa, un affanno continuo in giro per Gotham City a salvare quello o quell’altro dalle minacce e dalle lune storte del criminale. Si respira aria di Michael Mann, proveniente soprattutto da “Heat”, e il dualismo tra gli ego oscuri diventa accademia.


Le apparizioni “improvvise” del Joker, infagottato in modo da apparire sporco e untuoso, col trucco pesante e slavato, con due occhi neri e una bocca rosso sangue, sono così numerose da risultare prevedibili: ora infiltrato in banca oppure travestito da infermiera è pronosticabile nella sua insospettabilità. Il caos e l’anarchia che egli predica sono all’ “ordine” del giorno, peccato non siano supportati da una buona sceneggiatura, sprecata a difendere le identità dei personaggi.

Il nemico di Batman è sostanzialmente uno psicotico, del tutto privo di coscienza, interpretato con grande senso di perspicacia da un Ledger-lingua-di-serpente che pare leccarsi le ferite del suo osceno sorriso. Il nuovo Joker, doppiato felicemente da Adriano Giannini, non è smorfioso come quello di Nicholson, bensì diabolico e scettico sulla lealtà della razza umana.

Ben si adatta a queste atmosfere fosche e decadenti lo score di Hans Zimmer. Coadiuvato da James Newton Howard, i due hanno composto una ruvida colonna sonora, spaziando dall’heavy metal a sinfonie appesantite dall’uso delle percussioni.

Memorabile la scena dei traghetti sul punto di saltare in aria, con la messa ai voti dei 600 e passa viaggiatori. E’ il punto più basso di uno script senza morale e suspense, la più risibile fra le galoppate notturne del film, ed è una delle ragioni per la quale il nuovo episodio fa venir meno l’interesse verso le vicende narrate, spesso troppo serrate e affastellate. Cosa non si fa pur di pompare la hero-mania! Le edicole si stanno trasformando in cinema (vedi le enormi quantità di DVD che escono ogni giorno) e i cinema si riducono a cappelle votive per i patiti del fumetto, sicuri di trovare soddisfazione dai colpi di pixel sparati dallo schermo.

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