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Wanted. Scegli il tuo destino

Regia di Timur Bekmambetov vedi scheda film

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La recensione su Wanted. Scegli il tuo destino

di mc 5
8 stelle

Sto ancora cercando di riordinare le idee, e non è facile dopo un film che è soprattutto un ASSALTO agli occhi, alle orecchie e al cervello. 110 minuti vorticosi e inebrianti. Ma cominciamo dalla fine, cioè dai giudizi espressi dalla critica. Raramente mi è capitato di leggere valutazioni così nette ed opposte: si passa dall'entusiasmo alle stroncature quasi rancorose. Il grande Kekkoz ed Alessio Guzzano sui rispettivi siti di cinema hanno portato il film in trionfo, mentre FilmTV e Repubblica lo hanno bocciato senza appello. Cercherò allora di spiegare quali elementi hanno contribuito a formare il mio giudizio ampiamente positivo. Com'è noto, il regista russo Bekmambetov (a scrivere il suo cognome esatto ci ho messo mezz'ora!) proviene dai fasti della serie di pellicole "I Guardiani": sinceramente la prima (che è poi la sola che ho visto), "I Guardiani della notte", mi aveva vagamente infastidito, pervasa com'era da quest'ottica banalmente e confusamente "metallara". Ragion per cui, visto il nome del regista, mi aspettavo un'opera pacchiana, grezza, scontata, insomma il classico blockbuster che ci si può ragionevolmente aspettare da un regista russo quando viene chiamato a lavorare da una ricca produzione americana in cambio di un bel pacco di soldi. Tutta un'altra cosa, invece. Un film sì, violento, ai limiti del truculento, ma soprattutto intrattenimento intelligente, efficace, incisivo, studiato nei dettagli, surreale. Non ci si annoia mai. Ed evitiamo per favore la banalità che l'azione continua rimuove fisiologicamente ogni possibilità di noia: il motivo per cui non ci si annoia è che il film DIVERTE e conquista dalla prima inquadratura all'ultima. E l'atteggiamento di ogni personaggio è giustificato dalle scelte di un'ottima sceneggiatura, che lavora molto bene sui vari ruoli, dosando sapientemente le percentuali di mistero e di ragione. Finalmente un blockbuster non ruffiano, anzi, discutiamone pure di questo punto. Se si voleva fabbricare un filmone d'azione miliardario convenzionale, il film sarebbe stato un altro. Perchè qui dentro ci senti "vibrare" la passione del giovane protagonista ed è inevitabile l'immedesimarsi nel suo "viaggio", nel suo percorso "di formazione". Ma c'è un punto decisivo nell'evolversi della vicenda che io ritengo geniale, ma siccome è praticamente lo snodo fondamentale che si disvela verso la fine, mi guardo bene dal raccontarlo. Solo un cenno per dire che questa sorta di "ribaltone" finale serve ad allontanare ogni sospetto o accusa di banalità alla trama del film, anzi imprime alla vicenda una svolta imprevista che arricchisce il film di tensione e guida lo spettatore verso un finale non scontato, predisponendolo volentieri ad un probabile sequel. Miliardi una volta tanto ben spesi, per un film talmente "pieno" da indurre chi si appassionerà alla storia a rivederlo una seconda volta, per esser certo di apprezzarne ogni dettaglio. La messa in scena è perfetta: i personaggi della "Confraternita" restano definiti, come è giusto che sia, solo nei loro aspetti essenziali e dunque circondati dal mistero, mentre il lavoro svolto sulla psicologia e sui traumi mentali del giovane protagonista è complesso ed articolato, come pure l'evolversi della sua personalità nelle varie tappe verso l'acquisizione della consapevolezza delle proprie autentiche origini. Il recensore di "Repubblica" mette sotto accusa la morale cinica che egli reputa avvolgere tutta l'operazione. Mah. Io non parlerei di "ottiche ideologiche" o di "morali giustizialiste violente"... io qui scorgo solo tecnica perfetta nel mettere in scena un blockbuster che va oltre esplosioni e spari (pure numerosissimi) per esprimere una vibrante inquietudine del protagonista. Il quale, oltretutto, anche dopo che l'affiliazione alla "Confraternita" si è perfezionata, continua a non perdere il suo sguardo UMANO sul mondo (ciò che favorisce l'identificazione da parte dello spettatore), quello sguardo incontaminato che gli consente, alla fine dei giochi, di capire dove sta il Bene e dove sta il Male, al di là delle apparenze e delle suggestioni. Per favore, dunque, nel giudicare questo film cerchiamo di andare OLTRE l'ottica del "blockbuster fracassone", e proviamo a recepire la complessità di quest'opera che è tutt'altro che un "mega-popcorn-movie". E non ingannino le pallottole che variano di traiettoria: quella si chiama "spettacolarità", componente obbligata in un filmone di intrattenimento. Piccola parentesi per contestare coloro che (numerosissimi) hanno catalogato il film alla voce "Fantasy": boh, a me sembrava che il genere "fantasy" fosse tutta un'altra cosa, io qui parlerei piuttosto di "fanta-action thriller", per quel che possono valere le definizioni...Inseguimenti mozzafiato ed acrobazie automobilistico-ferroviarie accompagnate ad una morale complessa, hanno generato un film volutamente eccessivo e rocambolesco, comunque non un banale superprodotto costruito solo per sbancare il box office. Non conoscendo affatto la materia, preferisco invece non addentrarmi nelle polemiche circa la (troppo) libera trasposizione rispetto alla graphic-novel da cui l'opera è tratta. Anche se poi quel che conta è che ritmo e adrenalina sono dosati in maniera perfetta, peraltro con l'efficace supporto di un adeguato commento musicale firmato da Danny Elfman. Il protagonista James McAvoy è talmente in parte che non riesco ad immaginare nessun altro giovane attore in questi panni (a partire da quel furbetto di Shia Laboeuf che qualcuno ha suggerito: mamma mia, lui sì che avrebbe virato in direzione "blockbuster scontato e giovanilistico"!). Morgan Freeman elegante e trattenuto come il misterioso personaggio richiede. Quanto alla star, Angelina Jolie, preferisco valutarla per quello che di fatto è: un'icona del terzo millennio, lasciando perdere le analisi artistiche, che ci porterebbero in tutta un'altra direzione... A proposito di icone: sarebbe gravissimo non segnalare il pregevole cammeo di Terence Stamp, uno dei grandi ribelli cinematografici degli anni '70, proveniente dal free cinema inglese dei sixties, nonchè amante chiacchierato di donne come Brigitte Bardot o Julie Christie, inoltre attore molto amato da Fellini e Pasolini... Eh, sì, una vita molto intensa la sua. E ancora non è finita: in fondo ha solo 70 anni.
Voto: 8/9

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