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Grande, grosso e... Verdone

Regia di Carlo Verdone vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Grande, grosso e... Verdone

di axe
7 stelle

Carlo Verdone si cimenta per la terza volte in tre tra i suoi più riusciti ruoli, in altrettanti episodi che hanno come comun denominatore la critica al culto dell'apparenza tipico del nostro tempo e della nostra società. Nel primo episodio, una famiglia come tante altre si trova ad affrontare un lutto, tra scambi di cadaveri, "cassamortari" particolarmente invadenti, difficoltà di dialogo tra parenti; il ricordare e piangere il "caro estinto" - teorica ragion d'essere dei riti funebri - diventa, alla fine, un atto da compiersi quasi in clandestinità. Nel secondo episodio, estremamente amaro, un Furio / Raniero concentra in sè ogni caratteristica negativa. E' un intellettuale intriso di cultura fine a sè stessa, dalla quale non sa trarre alcun insegnamento utile per una vita migliore; vive di sopraffazioni ed inganni e vuole imporre agli altri la propria visione del mondo. Il figlio ed una ragazza orfana che il professore aveva preso con sè, dopo varie vicissitudini riescono a liberarsene, ma il professore riesce a tornare in scena, seppure apparentemente cambiato da una dura esperienza vissuta. Il terzo episodio è quello che ho trovato più riuscito. Enza e Moreno, una coppia di quarantenni di umili origini ma danarosi (i tipici "arricchiti"), figlia del culto dell'apparire, si concede una vacanza extralusso a Taormina per ritrovare complicità e cercare un dialogo con il figlio, tutto calcio e videogiochi. Le cose però non vanno come dovrebbero; i tentativi di Moreno di presentarsi bene alla facoltosa (e snob) clientela dell'albergo falliscono, e mentre lui si invaghisce di una eterea francese bionda, lei cambia albergo stringendo amicizia con due insulsi vip da cronaca rosa. Entrambi rimarranno duramente delusi dalle nuove conoscenze e grazie a ciò scopriranno di volersi bene oltre le apparenze, e di essere una vera famiglia. Brave le attrici dei tre episodi, e bravo Verdone. L'attore e regista romano non esprime alcun nuovo concetto; rimane all'interno dei sicuri confini di una dialettica che ormai gli è propria, con maestrìa e varietà, sapendo divertire e contemporaneamente far riflettere.

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