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Prospettive di un delitto

Regia di Pete Travis vedi scheda film

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La recensione su Prospettive di un delitto

di mc 5
4 stelle

Action thriller ipercinetico o americanata irritante e fracassona? Tutte e due, una cosa mica esclude l'altra. Certo tutta 'sta gente che corre e che grida senza sosta può frastornare in senso positivo (dà quella vaga idea di action) un pubblico di bocca buona (quello che si sganascia coi cinepanettoni e in tv gode con Scherzi A Parte). Ma chi è appena un pò smaliziato è portato a sorridere di tanta sciatteria muscolare. La vicenda narrata penso sia ormai arcinota, visto che il trailer -piuttosto esaustivo- viene programmato da mesi con inusitata invadenza sia al cinema che in tv. C'è un attentato al Presidente degli USA e per individuare il colpevole occorre "raccordare" i diversi punti di vista di altrettanti testimoni presenti tra la folla. Che poi, come idea di base, non è affatto da buttar via, a patto di accantonare da subito ogni riferimento a "Rashomon", che non mi pare il caso di accostare a Kurosawa questo innocuo filmetto. Hanno scritto bene su FilmTv, definendolo "puro mestiere hollywoodiano", ma il mestiere non è sufficiente a sopperire alla mancanza di "anima" e di idee. Quello che fa incavolare è la pretenziosità di una sceneggiatura che promette incastri complessi, tasselli che si aggiungono ad altri tasselli, insomma si annuncia qualcosa che stimoli l'intelligenza dello spettatore, qualcosa -ecco la parola giusta- di sommamente INTRIGANTE. E invece è pellicola irrilevante, gonfiata solo di banalità e di pathos artefatto. Il film si divide nettamente in due parti: prima la lunga ricostruzione delle singole verità e poi l'inseguimento finale in auto. E qui, a leggere le varie recensioni presenti in rete, esistono due opposte scuole di pensiero. C'è chi afferma che un finale assurdo manda in pezzi la precedente laboriosissima ricostruzione degli eventi. E c'è poi chi sostiene (come il sottoscritto) la tesi opposta. Cioè che la lunga fase di indagini si fa a tratti irritante, perchè ripetitiva oltre ogni misura: pensate che, per un numero di volte di cui ho perso il conto, viene azionato il tasto "rewind" e si ricomincia a raccontare tutto da capo, con effetti estenuanti. E a quel punto, meno male che a concludere il tutto c'è un inseguimento in auto al cardiopalma, che -d'accordo- è solo sfoggio di mestiere e di pura "tecnica action", ma almeno è qualcosa di diretto e coinvolgente. Ma il taglio convulso ed ansiolitico della pellicola sembra essere figlio di certe serie televisive americane, utilizzando ogni mezzo per tenere sveglia l'attenzione dello spettatore. E tralasciamo -per carità di patria- l'imbarazzante discorso sull'eroismo americano, sull'esaltazione del solito eroe made in USA che salva ogni situazione. E chiudiamo con il tasto piu' dolente, proprio perchè quello piu' "esposto" e verificabile: le scarse performances di un cast di per sè eccellente. Mi piange il cuore vedere uno dei miei miti di sempre (William Hurt) che qui è al suo peggio (sembra uno che non veda l'ora che tutto finisca per tornarsene a casa sua!). Dennis Quaid totalmente bidimensionale ed inespressivo. Forest Whitaker ridicolo e bamboccione.
In conclusione: gran sfoggio di camere a mano, dolly, steadycam ed altre diavolerìe per realizzare un prodotto inverosimile e -soprattutto- inutilmente forsennato.

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