La recensione su Tropa de Elite

Non e' la prima volta che il cinema si occupa del gravoso tema delle favelas brasiliane. Alla mente torna la controversa opera dell'argentino Hector Babenco PIXOTE, LA LEGGE DEL PIU' DEBOLE del 1981, film che non sono mai riuscito a vedere e che oramai mi sto' rassegnando a questo destino, e il bel CITY OF GOD di Fernando Meirelles del 2002. Nel 2007 e' la volta del 40enne documentarista Jose' Padilha, qui al suo esordio nel lungometraggio cinematografico. Il regista brasiliano non ottiene solo un successo commerciale clamoroso e fama mondiale, ma anche un generosissimo primo premio al festival di Berlino del 2008. Padilha si "arma" di telecamera in spalla e filma dal vero nelle favelas di Rio de Janeiro, non senza rischi per l'incolumita' dell'intera troupe e degli attori. Una voce fuori campo e una fotografia livida e "sporca", rendono l'opera ancora piu' realistica, tant'e' che qualcuno lo ha anche ribattezzato il "Gomorra brasiliano". TROPA DE ELITE non cerca solo di trattare la realta' di questo "mondo a parte", ma descrive anche l'inettitudine della cosiddettta polizia "convenzionale", l'equivalente della nostra pubblica sicurezza, male addestrata, male equipaggiata, corrotta e spesso collusa con i narcotrafficanti delle favelas. Gli unici a contrastare il crimine e' il Bope, un reparto speciale della polizia fondato a Rio nel 1978. Super addestrati, spietati e incorruttibili, quando fanno il loro ingresso nelle favelas lo fanno per sparare, uccidere e torturare, elevandosi allo status di giudici e carnefici. Il film di Padilha ha comunque sollevato non poche polemiche ed e' stato accusato di essere filo-reazionario. In effetti io stesso l'ho trovato ideologicamente alquanto ambiguo. Da una parte sembra non prendere alcuna posizione e mostrare semplicemente con ferocia una guerra infinita combattuta senza esclusione di colpi da ambedue le parti, con gli agenti del Bope che si comportano, in ferocia, come gli stessi criminali che combattono. Il giovane e mite agente Matias studia legge, entra nel Bope e si trasforma in uno spietato Killer. Tremenda inoltre la scena dell'esecuzione dei due giovani attivisti della ONG da parte dei narcotrafficanti. Padilha sembra pero' un po' troppo giustificare i metodi di questi "superpoliziotti", scaricando le colpe, in buona parte vere, in una borghesia benestante, viziata e radical chic, dedita al consumo di coca e fumo, foraggiando cosi' la produzione e il relativo spaccio di droga, senza pero' andare in fondo alla questione e mostrare i veri mali di un'intera societa' e in particolar modo chi veramente soffre di tutto questo. Argomentazioni che forse Padilha mostrera' nel sequel diretto nel 2010, TROPA DE ELITE 2-IL NEMICO E' UN ALTRO, che non ho visto, ma i dubbi rimangono. Ho trovato il film discutibile anche a livello stilistico. Nonostante uno stile semi-documentaristico, la pellicola si ispira chiaramente agli action-movie americani, difatti e' una co-produzione con gli Stati Uniti e lo stesso regista verra' chiamato proprio negli States per dirigere alcuni anni dopo il remake di ROBOCOP, dunque montaggio adrenalinico e sovraeccitato, dove vengono buttati nel calderone urla, spari, musica assordante e martellante (metal, tecno, rap) e in certi casi anche una recitazione sopra le righe. Il risultato finale e' un action che piacera' di sicuro agli appassionati, non esente da pregi, ma come affresco sociale funziona a corrente molto molto alternata, piuttosto superficiale, incompleto e come gia' detto, molto ambiguo. Attori complessivamente soddisfacenti, in particolare Fabio Lago, nella parte del crudele Baiano, boss della favela, sguardo spiritato e recitazione nervosa. Che interpreti se stesso? Non sarebbe la prima volta.