Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film
THERE WILL BE BLOOD
California, primi del '900.
L'ascesa al successo di un minatore americano (Daniel Day-Lewis) è dipinta in modo aspro e duro da P.T. Anderson e forse è questa la chiave del successo del film.
Lewis è un mostro. "in tutti i sensi", ha uno sguardo fulminante, e il mezzo ghigno coperto da quei folti baffetti è agghiacciante.
Oscar meritatissimo.
Il rapporto tra lui e il figlio è ben studiato ed è indubbiamente un punto forte del film.
La scenografia è molto suggestiva, e il tutto è presentato in modo sporco e realistico.
Il giovane prete è mostrato come avrei sempre voluto che un regista facesse, quindi come un malato di mente, "bravo oratore" (come dice lo stesso Daniel), pronto a sparare accuse e giudizi senza fondamento (se non quello della religione), che odia i non credenti, che si contraddice al cospetto del dio denaro, e che merita di morire per mano di un'altro pazzo.
L'altro punto forte del film è una colonna sonora pungente, tagliente e martellante, se avete visto il film capirete cosa voglio dire;
E grazie al cazzo, alle musiche c'era quel geniaccio di Johnny Greenwood, il chitarrista dei Radiohead, quello che suona la chitarra elettrica a mo' di violino....
Che non ha composto molte altre colonne sonore, mi sembra altre due...
ma che potrebbe diventare veramente un'icona ORIGINALISSIMA in questo campo.
VOTO: 9
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