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Once - Una volta

Regia di John Carney vedi scheda film

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La recensione su Once - Una volta

di mc 5
6 stelle

Di questi tempi, aridi e malvagi, vedere una storia d'amore semplice e pulita, può farci bene allo spirito. Si vede che la pensano così anche la maggior parte dei critici, visto che in giro di questo film di produzione irlandese ne stanno parlando tutti con accenti positivi. Pare che al Sundance abbia vinto qualche premio, e di sicuro ha vinto quello più ambito di tutti: l'Oscar (per la miglior canzone). A giudicare dai pochi elementi di cui avevo possesso (un trailer e una locandina) sapevo benissimo a quali rischi mi esponevo accostandomi a questa visione, riassumibili in una sola parola: melassa. Il mio giudizio complessivo sul film verte su due aspetti: da una parte incanta per la sua semplicità e delicatezza, ma dall'altra c'è un problema di ESILITA'. Esile la sceneggiatura. Esile il soggetto. Esili i dialoghi. Ma d'altra parte, come si fa a bastonare un film così sincero ed onesto? Non mi sento di farlo. I due giovani protagonisti mostrano una ordinarietà e una ingenua onestà tali che ti fanno sorridere, facendoti dimenticare la debolezza di tutta la messa in scena. Ma poi c'è la musica, che è in fondo la vera protagonista del film, quella musica che fa da catalizzatore fra i sentimenti dei due ragazzi, quella musica che ha procurato al film addirittura l'Oscar. E a dimostrare quanto lo spirito musicale del film sia da prendere sul serio, c'è il fatto che il protagonista, nel ruolo di un busker, nella realtà è il cantante-chitarrista del gruppo irlandese dei Frames, che mi dicono sia popolarissimo in patria ma che io non conosco. La trama è sintetizzabile in due parole. Un ragazzo sbarca il lunario cantando per lo più cover (ma quando cala il buio e il clima si fa intimo anche proprie composizioni) per le strade di Dublino. In questo modo fa la conoscenza di una giovane immigrata ceca (con la passione per il pianoforte), dal cuore malinconico ma dallo sguardo aperto e sereno. Scocca la scintilla fra i due, favorita anche dal fatto che sono entrambi reduci da forti delusioni amorose (lei, per di piu', con una figlia a carico, frutto di una relazione fallimentare). Tutto il film (appena un'ora e mezza, che scivola via senza fastidio) ce li mostra sotto due aspetti: mentre tentano di realizzare un demo dopo aver allestito in fretta e furia un gruppo con altri musicisti raccattati per strada e, soprattutto, mentre sono in atto una serie di "schermaglie amorose" fra i due, il cui rapporto è pulito, timido, trattenuto (pure troppo: lei ha qualche tratto da ciellina, a voler essere cattivi...). Qualcuno si/mi chiederà: "ma la musica com'è?". Beh, uno pensa: "se ha vinto l'Oscar dovrà essere eccezionale", ma poi dipende sempre dai gusti. Io la definirei una sorta di stile "cantautorale impetuoso", vagamente springsteeniano; non è malaccio, ma a me non è che abbia detto molto. Non si tratta di un musical nella forma, nel senso che non ci sono "numeri" musicali che interrompono la recitazione, ma di fatto poi finisce per esserlo, dato che le canzoni rappresentano il veicolo attraverso cui i due dialogano sentimentalmente, e lo si evince anche dai vari "ti amo" ed affini di cui sono farciti i testi. Qualcuno ha teorizzato che (col gioco dei "se fosse") se il film fosse stato realizzato in Italia, con quel buonismo sentimentale che lo percorre, avrebbe avuto il suo regista d'elezione in Pupi Avati. Bisogna dire che lo sfondo del film (con questi appartamenti dimessi, questi genitori dai tratti molto umani e dignitosi) è molto ben riuscito ed attribuisce all'opera un buon livello di credibilità, naturalezza e realistica semplicità. I due protagonisti sono perfetti: lui un pò imbranato, lei con un bel viso pulito che esprime dolcezza ma anche determinazione e buonsenso. Da segnalare che il film è distribuito in italia dalla "Sacher" di Nanni Moretti, anche se, dopo quel capolavoro di incisività potente che era "La Zona", mi pare un piccolo passo indietro. In definitiva: una storia romantica attraversata da musiche ispirate e che pone in primo piano la semplicità. Tutto sommato caruccio, anche se fatico a comprendere l'entusiasmo di certi critici (e i giudizi deliranti di Spielberg che lo ha incensato con toni piuttosto accesi) per un film davvero troppo esile.
Voto: 6 e 1/2

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