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Irina Palm. Il talento di una donna inglese

Regia di Sam Garbarski vedi scheda film

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La recensione su Irina Palm. Il talento di una donna inglese

di Scarlett Blu
6 stelle

La prima volta non sapevo bene cosa aspettarmi da questo prodotto; conoscevo l'argomento 'scabroso' che di solito mi lascia piuttosto indifferente, quindi avevo seri dubbi che potesse piacermi.
Invece, contro tutte le mie aspettative, sono riuscita ad apprezzarlo, anche se mancano quelle caratteristiche tipiche del genere, a me care, che me lo avrebbero reso più gradito.
L' etichetta di commedia per questo film inganna un po', perchè i toni sfumano più sul drammatico e grottesco, anche per l'ambientazione audace della vicenda, che non vela lo squallore e ironizza poco su certi luoghi deputati alla ricerca mera del piacere sessuale.
Maggie è una donna di mezza età, vedova, che per aiutare Holly, il nipotino malato, accetta di lavorare in un locale a luci rosse della provincia inglese; servono tanti soldi per pagare il viaggio in Australia dove il piccolo potrà fare le cure, e i genitori non hanno mezzi economici sufficienti.
Maggie, detta Irina Palm, nome d'arte che le affibbia Miki, padrone del locale che le anticipa i soldi, prende il treno tutti i giorni per andare a lavorare in una piccola stanzetta grigia e spoglia, dove, dentro un buco su una parete, i clienti infilano una parte del corpo per farsi 'accarezzare' dalla mani sapienti e morbide di Irina.
Superate le prime incertezze ed evidenti imbarazzi, la dilettante Maggie/Irina ha un tale tocco che gli uomini fanno la fila per le sue prestazioni, e nonostante il lavoro 'sporco', Maggie riesce a restare pulita, (sulle mani e sull' anima) apparentemente indifferente e distaccata da quello che fa, solo per amore di suo nipote.
Cercherà di mantenere segreto il suo lavoro, con la famiglia e con le amiche ipocrite e pettegole, - memorabile la scena densa di ironia dove Meggie racconta alle signore perbene i dettagli in modo esplicito - ma il figlio la scoprirà e non reagirà bene. "Non sono una puttana..." si difenderà così, dalle accuse del figlio furioso.
Il film si mantiene in bilico su un filo abbastanza sottile, ma riesce a non cadere nella volgarità, pur sfiorandola e mostrandola indirettamente, lasciandola immaginare tra le luci rosse e qualche corpo nudo che balla attaccato a un palo.
Maggie attraversa questo mondo con leggerezza, senza farsi toccare da esso, senza giudicare e giudicarsi.
Marianne Faithfull, attrice e personaggio dal vissuto burrascoso, è convincente in questa parte; riesce ad essere sobria, composta, qualche volta sinceramente stupita.
Quello che mi ha convinto meno è il presunto sentimento d'amore che nasce tra la protagonista e Miki, che mi pare azzardato e un po' inverosimile; la stessa colonna sonora, suona stonata: invece di alleggerire e sdrammatizzare i toni come dovrebbe essere, in certe scene particolari, tende a rendere più cupa e pesante l'atmosfera, e quasi fa dimenticare che stiamo guardando una commedia.
Insomma, un film interessante, atipico e curioso, anche se non eccelso.

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