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Come d'incanto

Regia di Kevin Lima vedi scheda film

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Jacopo Giuca

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Come d'incanto

di Jacopo Giuca
6 stelle

La commediola Disney per metà cartoon e per metà live action è un grazioso progetto che riesce a divertire senza pretendere troppo e si avvicina ai gusti di grandi e piccini in modo furbo e quanto mai corretto, avendo la possibilità di essere così apprezzato da una vastissima gamma di pubblico.

La storia della (come al solito) bellissima Giselle è risaputa: principessa in cerca del vero amore è perseguitata da una regina malvagia che cerca di mantenere il primato su un reame fiabesco, ma, in questo caso, la novità risiede nel fatto che questo mondo fiabesco sia un mondo parallelo alla Henry Selick, in cui è Babbo Natale a essere relegato senza nemmeno rendersene conto in quella Halloween Town che è la Manhattan del mondo reale, dove tutto è frenetico come le persone che vi abitano, e niente è come sembra, comprese le piaghe urbane rappresentate da blatte, pantegane e piccioni scacazzanti in ogni dove che, al dolce richiamo di una fanciulla che proprio non riesce a comprendere la gravità della situazione in cui si ritrova, diventano magicamente degli splendidi aiutanti in lavori domestici poco credibili, ma in grado di stampare un ampio sorriso sul volto anche del più cinico spettatore.

Ma l'intuizione geniale e la differenza con qualunque altro film Disney non risiede solo in questa trovata originale, che strizza l'occhio alle fiabe più blasonate prendendole in giro senza demolirle, ma anche nel fatto che il lieto fine non si ritrovi nelle fatate nozze della principessa che, al principe stucchevole e un po' rincitrullito, preferisce il volto un po' stupito e istupidito da tante stranezze di Robert Philip, disincantato avvocato interpretato da un bravo Patrick Dempsey, decisamente in grado di surclassare l'altro belloccio con cui condivide lo schermo, uno James Marsden a dir la verità un po' appannato.

Ciò che dispiace, oltre al fatto che dopo i primi minuti di notevole intrattenimento si scade nei soliti cliché à la Grimm, è il fatto che una Susan Sarandon, sicuramente in grado di dare nuova verve alla pellicola, appaia solamente sul finire del film, in un ruolo che costituisce poco più che un cammeo, se si esclude la controparte cartoonesca che fin dall'inizio si lascia odiare senza remore.

Un progetto carino, dunque, volto a farci ricordare che la poesia si può ritrovare anche nella vita di tutti i giorni, ma non in grado di sfruttare appieno un potenziale più alto, che, forse, avrebbe potuto lasciare un ricordo più incisivo nelle memorie del pubblico.

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