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Into the Wild. Nelle terre selvagge

Regia di Sean Penn vedi scheda film

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Neve Che Vola

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Into the Wild. Nelle terre selvagge

di Neve Che Vola
4 stelle

Classico esempio di ricerca di sè insensata: all'esterno, piuttosto che all'interno. Ed oltretutto, neppure di ricerca si tratta: il protagonista è una persona schiava delle angherie psicologiche che subisce sia dalla società che dalla famiglia (prodotto della società), re-agisce invece di agire. Re-agire è rispondere in maniera automatica agli stimoli; agire, al contrario, presuppone padronanza di sè. Tutto il film non ha niente a che fare con una ricerca di libertà, piuttosto mi pare trattarsi della descrizione delle re-azioni di una ragazzo ormai "oltre" la possibilità di scegliere. I libri che legge e lo suggestionano trovano terreno fertile per produrre grandi danni in una mente resa labile da una pressione psicologica insostenibile. E sotto questa pressione, il ragazzo impazzisce. Diventa allergico ad ogni tipo di regola, scambia la schiavitù ai propri impulsi come spinta verso la libertà. Ma come si fà ad essere cosi' balordi? Decide di scendere il Colorado in canoa, e se la racconta proprio bene. Invece di riconoscere l'impulso come sciocco, ci ricama sopra una sottintesa critica alla società rea di reprimere l'individuo. Non riflette neanche un attimo sulla sua scelta di scendere il fiume in canoa. Il tutto sottolineato ad arte dalla colonna sonora:
«Società/sei una razza folle/spero non ti sentirai sola senza di me».
Se fossi la società, lo tranquillizzerei subito "Và pure, non noterò neppure la tua assenza".
Questo ragazzo si porta la società cosi' impressa, che riesce a portarla con sè perfino Into the Wild.
Into the Wild muore come un cane a causa della sua stessa vanità: credeva fosse un giochetto sopravvivere da solo?
L'idea che scrive sul suo diario "la felicità non è reale se non è condivisa" è frutto del suo delirio. Perchè non dovrebbe essere reale se non condivisa? Ora è talmente solo, che la menzogna si affaccia nella sua mente: "vai dagli altri, gioisci insieme a loro!" come la menzogna si era affacciata in precedenza "Presto, fuggi lontano, in comunione con la natura!".
La sua vita è dominata dalla menzogna, non vedo come si possa credere di risolvere i problemi fuggendo nella solitudine. Un conto è progettare un periodo di solitudine, il che condivido in pieno. Un altro è cercare da idioti una morte sicura. Anche la solitudine richiede una preparazione: ma Alex è troppo presuntuoso per pensarlo. E non pensa mai ad entrare in sè stesso per conoscere le cause del suo delirio, e quindi risolverlo.
Non mi è chiara la posizione del regista, mi appare molto confusa.

Sulla colonna sonora

Complice del successo del film, non è male ma non supera la mediocrità. «Società/sei una razza folle/spero non ti sentirai sola senza di me». Che cosa significa? Secondo me, assolutamente niente. Una accusa gettata li', senza neppure un tentativo di analisi o di proposta di una soluzione.

Cosa cambierei

Prendo un film come lo passa il convento. Comunque, mi piacerebbe capire il punto di vista del regista che, nonostante la spiegazione di Film Tv, non mi convince. Troppo ambigua, confusa.

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