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La giusta distanza

Regia di Carlo Mazzacurati vedi scheda film

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La recensione su La giusta distanza

di marlucche
6 stelle


Essendo nata e cresciuta in città io tutti sti film sulla provincia non è che li apprezzi poi tanto... Provincia del nord poi... Un mistero per me come gli esseri umani si possano essere adattati in un tale ambiente... e oltre il danno anche la beffa... Nascere in uno dei paesi più belli del mondo per risiedere, che so, nella pianura padana... Con la nebbia... Un inverno simile a quello della norvegia, tutti che si fanno i cazzi degli altri, sopravvivendo solo di corna e di mogli che vengono dall'europa dell'est...
La protagonista la pensa un po' come me... infatti il lavoro come maestra nel tristo sito nordico è solo momentaneo, il progetto è quello di andare in Brasile.
Il brasile... Io non ci sono mai stata... ma mi ci trasferirei ad occhi chiusi, senza rimpianti, a vivere in qualsiasi posto caldo, col sole e col mare dove si possa vivere tutto l'anno con un pareo, senza scarpe ed eventualmente con un maglioncino fino, simbolico più che altro, per la brezza della sera.
Insomma la protagonista è una maestrina appena un filino meno bona di una velina bruna... che non si capisce se ci è o ci fa... In questo posto dimenticato da dio, con tutti questi personaggetti forgiati dalla foschia e la noia cosa pensa bene di fare?
Inizia una relazione con un meccanico tunisino che la spia di notte mentre lei, discinta quanto basta, si muove nella sua casa con le luci accese, ovviamente, senza tende.
Il tunisino cià un problema... nessuno gli ha insegnato il proverbio "mogli e buoi dei paesi tuoi" e quindi per il solo fatto di essersi intreattenuto con lei per una notte le propone di sposarlo...
La pseudo velina poco dopo viene trovata morta e il tunisino condannato per omicidio si suicida...
In realtà tutta questa storia è raccontata da un ragazzetto aspirante giornalista, che lavora per Fabrizio Bentivoglio. Anni dopo risolverà l'arcano e scoprirà il vero colpevole... Il tutto senza mai cambiare espressione.
Magari capitasse un tizio così anche a Roma e risolvesse il caso di una Simonetta Cesaroni o di un'Alberica Filo della Torre e di tanti altri delitti insoluti che sono avvenuti in questa città.
Ogni tanto ci penso al fatto che i colpevoli sono in giro liberi, che magari si sono formati una famiglia e che chi vive con loro non immagina minimamente il mostro che ha accanto.
Vabbè che dire del film di Mazzacurati? Si lascia vedere ma non ti strappa unfilo di entusiasmo e nemmeno di indignazione... resta lì, adagiato, in questa cazzo di provincia nordica... amorfa come la campagna invernale. E' un film sufficiente, da chi timbra il cartellino alle cinque ed è di fronte all'orologio già dalle sedici e cinquantasei... da impiegato statale del cinema.
Abbiamo veramente bisogno di tali pellicole? Imbellettate con la cipria di una sempre più improbabile rinascita del cinema italiano?
Io capisco che non tutto nella vita possa essere sangue e passione... ma questa messa in scena così dilatata e didascalica, tecnica... come un piatto ben presentato di un ristorante dalla cucina senza sapore... non fa bene al nostro cinema. Non ci si lamenti che la gente se ne sta a casa a vedere i DVD e che non è più disposta a pagare 7 euri e 50 a capoccia... Film come "La giusta distanza" hanno effetti anestetizzanti sul pubblico... e questo senza volermi soffermare sulla sceneggiatura, deboluccia, piatta e con degli escamotage così forzati che Harold Pinter manco è morto che già si rivolta nella tomba... Mah! Vabbè.. continuiamo così... facciamoci del male...
E intanto io sogno il posto al sole, al mare.... Ci vediamo pianura padana... stammi bene!!! eh eh eh!

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