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Angel. La vita, il romanzo

Regia di François Ozon vedi scheda film

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La recensione su Angel. La vita, il romanzo

di giancarlo visitilli
6 stelle

Adattato molto liberamente dall’omonimo romanzo di Elizabeth Taylor (un’omonima dell’attrice), questo pamphlet del regista francese, François Ozon, sembra attingere ora dai romanzetti Harmony, poi dai melò degli anni Quaranta. Ci si ritrova fra il romanticismo delle eroine romantiche e le segrete passioni, esasperate dal gioco delle ambiguità a cui il regista ci ha abituati, vista la mole della sua produzione (due film all’anno). Ma, nonostante l’ambiguo rapporto fra la protagonista e la sua fidatissima segretaria, siamo distanti anni luce dal realismo di Swimming Pool o de Il tempo che resta. Questo si svolge nella provincia inglese d’inizio secolo, dove vive la giovane, presuntuosa, sfrontata e irriverente Angel, che sogna una vita diversa. Il suo unico passatempo è la scrittura, è qui che riversa quell’aspirazione al successo e all’amore che non sembra darle tregua. Con la pubblicazione del suo primo romanzo, la ragazza vede spalancarsi davanti a sé la vita che ha sempre desiderato e, accolta a braccia aperte dall’alta società inglese, oltre al successo trova anche l’amore. Angel conosce Esmè, un affascinante pittore ricco di talento che la porterà all’altare. La felicità, però, dura pochi mesi. Lo scoppio improvviso della guerra porta lo scompiglio nelle loro vite: malgrado le suppliche della moglie, affinché resti al suo fianco, Esmé si arruola e parte per il fronte. Da quel momento Paradise House diventerà un inferno e tutti i sogni di Angel andranno in frantumi.
E’ interessante l’ambientazione che Ozon utilizza per descrivere l’ascesa e la caduta della scrittrice senza talento. Attingendo a quel bagaglio cinematografico ch’è stato Via col vento, Ozon raggira nel ‘grande calderone’ tutti gli ‘ingredienti’ di allora: la protagonista di umili origini e quindi il suo successivo riscatto sociale, insieme al trionfo dell’amore. Brava Romola Garai, ma la sua interpretazione non deve assolutamente essere paragonata con quella della O’Hara. La Garai è straordinaria nella sua capacità di mistificare quel sogno-realtà che le è congeniale in ogni occasione, quel suo modo di giocare con le vite degli altri, usando quel potere di seduzione femminile, ma niente di paragonabile ad altro. Sebbene gli abiti (straordinari) siano eleganti e quasi dello stesso colore degli stessi indossati da Rossella, le stanze dove si svolgono i fatti assomigliano tanto a quelle della casa O'Hara, con straripanti librerie e camini sempre accesi, ma il film di Ozon è tutt’altra storia rispetto a quello di Fleming-Cukor-Wood. Degna di menzione anche l’interpretazione della sempre bravissima Charlotte Rampling.
Nonostante tutto ciò, ci troviamo dinanzi ad un Ozon quasi irriconoscibile, vista la sua conversione ad uno stile hollywoodiano ormai di gran lunga abbandonato da altri registi della sua età.
Tuttavia, Angel è film degno di nota, non solo per l’eleganza di stile, ma anche per la sua fotografia, alla quale si deve gran parte del valore del film e per la colonna sonora, soprattutto per le orchestrazioni. In generale, la sua storia e i centodiciotto lunghi minuti, andranno via col vento.
Giancarlo Visitilli

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