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La promessa dell'assassino

Regia di David Cronenberg vedi scheda film

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La recensione su La promessa dell'assassino

di bradipo68
8 stelle

Una storia di ordinaria violenza all'interno della mafia russa londinese.Cronenberg è cambiato,i suoi film sono cambiati.O forse siamo noi cambiati nei suoi confronti...Questo Eastern Promises,titolo al solito molto più significativo della traduzione italiana,è legato a filo doppio con il precedente A History Of violence e non solo per la presenza dello stesso attore protagonista.Cronenberg sembra darsi al noir ma in realtà è sempre attirato dalle sue ossessioni e dalla brutalità della natura umana a testimoniare che l'uomo è la fonte di abominio e di orrore per eccellenza.Qui le promesse dell'est sono quelle che i papponi della mafia russa coperta dalle più disparate attività(qui un ristorante) fanno alle ragazzine russe,ucraine,georgiane sul limitare dell'adolescenza per attrarle in un mondo a loro detta migliore.Ma non è così,molte vanno incontro a prevaricazioni e alla prostituzione(se va bene),altre alla rovina come la Tatiana, che vediamo svenire per un emorragia all'inizio del film in una farmacia e che in ospedale prima di morire dà alla luce una bambina.La mafia russa è organizzata quasi con riti tribali,tatuaggi a testimoniare la storia di un individuo che le appartiene anima e corpo,è un mondo dove il più forte domina inesorabilmente sul più piccolo e dove vige incontrastata la legge del taglione.In questo contesto si inserisce con il suo sguardo non macchiato da codeste impurità,l'ostetrica Anna,di origine russa che vuole farsi tradurre il diario di Tatiana dall'affabile proprietario del ristorante russo del quale aveva trovato il biglietto da visita proprio tra le pagine degli scritti di Tatiana,pur avendo uno zio/patrigno che potrebbe farlo per lei(e lo fa di nascosto).L'orrore viene fuori piano ma inesorabile,l'autista factotum Nikolai ha uno strano atteggiamento nei suoi confronti mentre il proprietario del ristorante e il figlio sono ben consci di quello che contiene il diario.Fino al finale che non ti aspetti,sorta di happy end all'apparenza ma che in realtà ci ricorda la portata della distruzione.Cronenberg gira un noir come se fosse un horror come già accennato,un noir macchiato di rosso sangue in cui a una messa in scena di grande artificiosità(vedi il ristorante) fa da contrappunto tutta una serie di scene girate con realismo impressionante(come quelle degli sgozzamenti o la lotta selvaggia nella sauna).In realtà qui ricorre come nel precedente e come in gran parte del suo cinema il tema del doppio:qui la fa da padrona la doppia natura di Nikolai,autista/assistente/confidente/schiavo ma anche infiltrato della sezione russa di Scotland Yard.E questo spiega il suo atteggiamento,una sorte di monolite di nero vestito con immancabili occhiali da sole che scala rapidamente (anche troppo)posizioni nella gerarchia della mafia russa testimoniate dalla progressione dei tatuaggi sul suo corpo e che riesce a sopravvivere alla trappola tesa infidamente dal suo capo.E'un film duro,buio,non riconciliato e affatto consolatorio segnato dal rapporto profondamente ambiguo tra lo stesso Nikolai e Kirill il figlio del capo,in cui bisogna dimostrare visivamente la propria mascolinità per ribadire la propria eterosessualità in una delle scene di sesso più volutamente squallide che io ricordi,in cui il corpo nudo è sfregiato da lame silenziose che allo stesso tempo sfregiano l'animo che si sente tradito in una lotta selvaggia per la vita,lotta inquadrata con la plasticità di una scultura.E'un film dove conta l'atmosfera sulfurea e apparentemente senza speranza,dove contano i personaggi e il loro senso etico o l'assenza di questo.Un film di attori che regalano prestazioni straordinarie:dal monolitico Mortensen che recita trattendendo qualsiasi forma di emozione,all'ipercinetico Cassel al maestoso Armin Muller-Stahl dietro la cui apparente bonarietà si nasconde una belva famelica...E Londra sta lì sullo sfondo,esplorata nei suoi angoli meno caratteristici come a dire che questa storia potrebbe accadere in qualsiasi posto...

Su Vincent Cassel

ipercinetico,barbarie pura

Su Armin Mueller-Stahl

agghiacciante dietro una patina bonaria

Su Naomi Watts

forse la meno partecipe

Su Viggo Mortensen

trattiene qualsiasi forma di emozione

Su David Cronenberg

dirige un film legato a filo doppio con A History of violence

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