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Un'altra giovinezza

Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film

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La recensione su Un'altra giovinezza

di mc 5
8 stelle

Un film assolutamente unico. Una specie di UFO. Ho riscontrato che, dopo la visione, anche altri spettatori hanno avuto la bizzarra sensazione che ancora mi accompagna, dopo due giorni che ho visto questo film. Ed è una sensazione come di "mistero", impossibile da spiegare. Dunque si tratta di un film di cui non è facile parlare, sia per la trama (complessa e articolata) sia per il "senso" difficile da afferrare, ammesso che ne abbia uno. Una cosa è certa: Coppola è tornato con un film senza dubbio spiazzante e tutto fuorchè banale. E di un'altra cosa sono sicuro: che materia del genere, in mano ad altri registi meno dotati, sarebbe diventata una carnevalata new-age. A Bucarest nel 1938, davanti alla stazione, un glottologo 70enne viene colpito da un fulmine: questa la partenza di una vicenda che però è arduo narrare tanta è la carne al fuoco e gli sviluppi successivi. Ci proverò. Intanto questo 70enne viaggia nel tempo, ringiovanisce ed acquisisce poteri eccezionali di percezione del Visibile. In questo viaggio nel tempo lo accompagna la presenza ricorrente di una donna da lui molto amata in gioventu' e che ritorna reincarnata in un'altra donna dalla doppia personalità. In tutto questo si mescolano allegorìe, metàfore, simboli, lingue arcaiche, religioni e filosofie orientali...E da questa complessità io (ma non credo d'essere stato il solo) sono stato dapprima sopraffatto e poi totalmente affascinato. Come accennavo prima, il pericolo principale era quello dell'effetto "baraccone new-age", pericolo sempre dietro l'angolo quando si parla di spiritualità e qui felicemente evitato, grazie alla mano geniale di Coppola e alla sceneggiatura tratta da un romanzo scritto da un esimio studioso di storia delle religioni. Sintetizzando, potremmo definirlo un viaggio spazio-temporale alla ricerca dell'Identità, che comporta una riflessione sul Tempo e sull'Eternità; ed è perfino banale ricordare come a diversi personaggi "coppoliani" sia capitato di viaggiare nel tempo, da "Peggy Sue" al " Dracula". Qualcuno ha poi anche azzardato individuandovi un saggio sulla natura stessa del mezzo cinematografico, ma non intendo approfondire questo aspetto non avendone sufficiente competenza. Proprio come il suo protagonista, anche Coppola pare con questo film risvegliarsi rigenerato, pronto per altri viaggi allegorici nello spazio e nel tempo e pronto a reinventarsi come artefice di immagini. Forse non ho accennato abbastanza al fatto che il film racchiude anche una incredibile storia d'amore: la ragazza che viaggia a ritroso nel tempo vivendo dolorosamente un'altra vita ed esplorando linguaggi arcaici, fa tutto ciò come immenso atto d'amore. Tanti ed evidenti sono i richiami autobiografici da parte di Coppola; oltre al risveglio del protagonista cui accennavo prima (Coppola non dirigeva un film da 10 anni), anche il regista è un uomo in età avanzata in lotta contro una frustrante sterilità creativa, e per Coppola il "fulmine rigenerante" è stato l'incontro col romanzo che ne ha sbloccato la capacità creativa. Un film denso di segni e di simboli: primi fra tutti il fulmine e le rose, ma poi anche altri disseminati qua e là...ombrelli, denti, orologi, teschi...tutto concorre ad alimentare una continua suggestione visiva. I temi trattati sono forse troppi, e qualche spettatore avrà l'impressione di un rompicapo a tratti un pò ostico, ma va anche detto che la capacità del film di cambiare pelle continuamente, non dovrebbe annoiare eccessivamente lo spettatore poco predisposto. Il cast è assolutamente all'altezza del progetto: dal misurato Bruno Ganz alla intensissima Alexandra Maria Lara, e naturalmente l'ottimo Tim Roth da cui, sinceramente, non mi sarei mai aspettato una performance così impegnativa ed importante. Per il genio di Coppola poi, inutile spendere parole: qui stiamo parlando di Storia del Cinema. Solo un americano DIVERSO come Coppola poteva realizzare un film così traboccante di idee e di argomenti, oggi che i cineasti americani si dedicano solo a stanchi ed inutili remake.
PS: Bizzarro, affidare un cammeo di neanche un minuto ad un divo come Matt Damon e quasi come facendo finta di niente, no??!

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