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La ragazza del lago

Regia di Andrea Molaioli vedi scheda film

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La recensione su La ragazza del lago

di Mattafix80
10 stelle

Un film giallo in cui più che l'identità dell'assassino conta l'ambientazione ed il rapporto tra i personaggi, alquanto problematico e spesso disfunzionale. La scena in cui si scopre chi ha ucciso la ragazza ed il suo movente lascia abbastanza indifferenti, passa quasi inosservata, come un elemento marginale.
L'indagine sulla morte misteriosa (che poi è l'anima del film) è piuttosto un'indagine esistenziale, sull'angoscia che emerge dalle testimonianze degli individui e dalla difficoltà di trovare una realtà oggettiva alla quale ricondurre le esistenze delle singole persone, ognuna presa dal proprio mondo interiore.
Il maestro di questo tipo di indagine è Antonioni, ed in alcune scene sembrano affiorare delle suggestioni del suo cinema.
Il cadavere della ragazza giace in riva al lago, sullo sfondo un vasto prato verde. Con un effetto di sovrapposizione (che fa da ellissi narrativa) si materializzano sul luogo gli agenti di polizia che fanno il sopralluogo, ed in particolare un fotografo, che fa degli scatti del cadavere.Queste immagini ricordano la scena di Blow-Up in cui il protagonista fotografa involontariamente un assassinio (che avviene in un prato) e successivamente effettua degli ingrandimenti delle foto per individuare il cadavere.
Anche qui l'omicidio è solo uno spunto iniziale che passa progressivamente in secondo piano, perchè l'indagine porta il protagonista a rivedere le basi della sua ricerca in caratteri più generali, in seguito al confronto con una società che si sta rivoluzionando e sta ridiscutendo i rapporti umani (in questo caso la Swinging London degli anni '60). Questo è il senso del finale, tanto famoso quanto discusso, nel quale il protagonista, partecipando ad una partita di tennis "mimata",  accetta con ironia e distacco la relatività dei rapporti umani.
Per continuare il parallelo, nell'ultima scena de "La ragazza del lago", anche il commissario Sanzio e la figlia, facendo visita alla moglie malata di Alzheimer, imparano ad adattarsi alla sua condizione di alienata, accettando di essere scambiati per degli sconosciuti. E la figlia scambia con la madre un sorriso incerto ma complice, come il protagonista di Blow-Up sorride alla compagnia di mimi.
Sitratta di un omaggio degli autori (in particolare dello sceneggiatore Petraglia) ad un autore di riferimento, di riminiscenze antonioniane, o di semplici coincidenze?
Non lo so, ma guarda caso la ragazza uccisa si chiama Anna, come la ragazza de "L'avventura".
Ancora una ricerca, un' assenza che percorre il film e ne costituisce il motore narrativo.
 

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