Espandi menu
cerca
Panico sulla montagna

Regia di Don Coscarelli vedi scheda film

Recensioni

L'autore

pazuzu

pazuzu

Iscritto dal 2 luglio 2005 Vai al suo profilo
  • Seguaci 101
  • Post 4
  • Recensioni 477
  • Playlist 12
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Panico sulla montagna

di pazuzu
8 stelle

Mentre percorre solitaria una strada di montagna buia ed isolata, Ellen si distrae nell'intento di cambiare canale alla propria autoradio, finendo per centrare con l'automobile un'altra ferma in panne lungo la carreggiata. L'urto è violento e la ragazza perde i sensi. Quando si risveglia infila la chiave nel quadro ma la macchina non parte più, quindi scende e si porta verso l'altra: i fari sono accesi e la portiera aperta, ma dentro non c'è nessuno, solo sangue, che dai sedili prosegue lungo l'asfalto in una scia che si spinge fino al guardrail e oltre. Oltre c'è un dirupo che dà sul bosco, e da lì vede risalire una sagoma, anzi due: un uomo dal viso deforme sta trascinando verso la strada un'altra ragazza che, ferita e legata, chiede disperatamente aiuto. Lui è Moonface un serial killer così chiamato per via del suo pallore innaturale, ed Ellen è quella che ha designato come prossima vittima.
Seconda incursione del regista Don Coscarelli tra le opere dello scrittore Joe R. Lansdale dopo Bubba Ho-tep, commedia horror caratterizzata da un approccio leggero e surreale, Incident On and Off a Mountain Road, mediometraggio che ha inaugurato la serie Masters of Horror, presenta da subito un taglio molto diverso, decisamente drammatico e cruento. E se da un lato il canovaccio del film non si discosta da quello convenzionale comune ad una miriade di slasher, dall'altro a distinguerlo, rendendolo interessante e non banale, è la scelta di alternare al resoconto lineare degli eventi in corso una serie di flashback che, ricostruendo i momenti salienti della relazione di Ellen (che ha gli occhi ammalianti della bella Bree Turner) con Bruce, un paranoico fanatico delle armi e delle tecniche di sopravvivenza che l'ha martellata di nozioni sull'autodifesa allenandola ad ingegnarsi di fronte ad ogni difficoltà, presentano la protagonista come una donna sicura di sé, con tante risorse e pochi scrupoli, che davanti all'aggressore non porge l'altra guancia, ma è disposta ad uccidere pur di restare viva, e soprattutto è capace di farlo. Gli elementi del suo passato che affiorano e si sommano poco alla volta veicolano informazioni utili a comprenderne la personalità, preparando al contempo il terreno per il colpo di scena che, nel convincente epilogo, determinerà un radicale mutamento di prospettiva.
Ruotando la storia attorno al personaggio di Ellen, al suo vissuto, alla sua formazione alla lotta, ai suoi segreti, Don Coscarelli giunge a dribblare lo stereotipo del 'mostro' forte ed invincibile: Moonface (che ha il volto spigoloso di John De Santis, che fu Lurch nella serie The New Addams Family del 1998) è brutto e sporco quanto basta, con gli occhi iniettati di sangue e i denti in acciaio, e inquieta non poco la catapecchia sperduta nel bosco in cui si nasconde, anticipata da un macabro giardino popolato da cadaveri lasciati a marcire appesi su delle croci, cui si aggiungono quelli seduti in poltrona e quelli che giacciono in culla; ma non è lui il personaggio carismatico della storia, e non è detto nemmeno che sia quello più mostruoso. A completare il quadro, dando all'opera il giusto tocco di grottesco, c'è poi l'inquietante Buddy (interpretato da Angus Scrimm, fedelissimo di Coscarelli, per il quale è già stato Tall Man in tutti i 4 episodi della saga Phantasm), un vecchio svitato in carrozzina che vive nella casa degli orrori e straparla di canzoni e caramelle.
Incident On and Off a Mountain Road è dunque un film valido e godibile che sicuramente non inventa nulla, ma che intriga in virtù dell'atmosfera cupa supportata dalla fotografia notturna di Jon Joffin, del ritmo sostenuto e dello stile rapido e conciso scelto dal regista per le scene d'azione, e del semplice ma efficace meccanismo di costruzione della suspense, proponendo come sottotesto una riflessione sull'universalità della violenza e sulla cattiveria come carattere innato in ogni essere umano.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati