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Cous cous

Regia di Abdellatif Kechiche vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Cous cous

di mck
9 stelle

Mangiare. Danzare. Masticare. Vibrare. Ingurgitare. Bruciare.

...i desideri non invecchiano, quasi mai, con l'età...

 

La Source des Femmes.

 

 

La sorgente femminile non è mai in secca e perpetuamente inonda ed irriga di mano d'opera i buoni propositi di riscatto maschili - germogli tardivi dotati però di radici profonde e che hanno già prodotto i loro frutti maturi - più potenti forse di quelli del genere complementare perché fin quando saranno le quote rosa l'argine alla balordaggine Andros potrà star sicuro sul suo piedistallo-divano con la busta paga in mano, ma che rischiano di bruciare per una giornata di sole troppo brillante o di pioggia che insiste a creare marciume al collo del fusto : essa li protegge, li nutre, li persegue.

 

Donne meravigliose che masticano con la bocca aperta, briciole di paradiso in terra.  

 

 

E' un'opera che gravita attorno alla leggerezza. Pericolosa, molto pericolosa : potrebbe addirittura far pensare a qualche sprovveduto che il mondo possa eventualmente anche essere, in qualche recondito anfratto, tra l'angiporto e i carrugi, un bel posto.

In una Marsiglia/Sète non mai nominata ( nominata anzi come ipotesi ideale, come sottinteso accanto, distante e lontana, più esemplarmente che geograficamente ) ma Simbolo : può essere la ''metropoli'' a pochi chilometri come dall'altra parte del pentagono rosso-bianco-blu o del globo intero.

Prima di normalmente s-finire sul selciato : a ricevere un piatto insperato o una musata sull'asfalto, nella sua rappresentazione letterale, incarnazione fisica, come conseguenza e concretizzarsi del più classico degli incubi : una coazione a ripetere d'inestirpabile avviluppo in un loop d'inestricabile circolarità spinta, reiterata, estenuante...

 

" E' così che funziona in Francia. Le regole d'igiene sono molto severe, almeno in Francia è così ".  

 

 

Non una sola panoramica ( né plongèe o meccanismi fisici al lavoro, niente sovrastrutture o infrastrutture di grammatica cinematografica ad intasare il discorso più che imbastirlo : solo tempo che passa ) sul luogo del disastro, dell'avventura, del gran ballo e della danza perpetua della commedia e della tragedia umana, sulla grande festa in atto e tutte le feste di domani a venire, nemmeno di sfuggita o per sbaglio, nemmanco per error d'abbaglio, nessun quadro d'insieme a definire l'architettura portante dell'ambiente e della scena : il luogo è il mondo, tutto, e che lo si voglia o meno, che lo vogliamo o no, stiamo tutti danzando ( aborigeni che ballano la taranta e costituzionalmente fermi mitteleuropei di Tarvisio travolti dall'Hip House e dal K-Pop : la Cina dice Diga e l'Italia risponde Serbia ) : ora come non mai, e domani più di adesso, un oggi in continua caduta libera, dove le coincidenze cascano piombando in condotte forzate : e se non forzi la realtà a volte questa non accade, e per sopravvivere bisogna costruirsi delle ali, farsi leggeri e resistenti, forzare l'evoluzione, il destino, l'ambiente, sé stessi, per precipitare comunque, noi con la realtà : tanto vale aspettare il vuoto attorno per iniziare a sbattere le braccia sperando che si facciano ali, o camminare, olio di gomito, lacrime e sudore, e far collidere il sistema ( data la torpida indolente burocratica difficoltà d'impresa a collimare con l'apparato e protocollare un diritto ad esistere e consistere, in un profluvio minimale di conflitti d'interessi multipli tra gestori di ristorazione e assessori comunali...) contro la propria prepotenza vitale, indisposti alla resa, in clamorosa rivalsa, con uno spettacolare sorprendersi vivi, scoperchiando intenzioni e messe in pratica.

 

...ancora un altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore... 

 

 

Héritage.

 

Il patrimonio di Slimane ( un granitico, scarnificato e totemico Habib Boufares ) è la sua vita fin'ora. Ed ora con la liquidazione licenzia il proprio sogno.

Ricostruisce sé stesso. E più che reinventarsi...diventa finalmente, ulteriormente, definitivamente sé stesso.

E' ancora un obbligo morale, per lui : è un peso che porta volentieri. L'ultima occasione di farsi urgenza e necessità.

E lo fa con la pervicacia inesorabile delle cose che si lasciano accadere e poi ti schiantano entrando in stallo.

Libro di Giobbe, versione credibile ( presimprestitori di motorelle ).

 

Famiglia allargata, generosa, complementare, esplosa, egoista, slabbrata...

 

 

Sono gli stessi protagonisti dei film di K. Loach ( My Name is Joe, Ae Fond Kiss..., it's a Free World, Looking for Eric, the Angels' Share ), M. Monicelli ( i Compagni, Panni Sporchi ), L. Cantet ( l'Emploi du Temps ( non ispirato a l'Adversaire di Emmanuel Carrère ma alla storia cui l'Adversaire è ispirato ) e Resources Humaines : ah ! Che bello il tempo in cui ci si poteva permettere di considerare il problema delle 35 ore come IL problema...! ), M. Leigh ( All or Nothing, Happy-Go-Lucky, Another Year, ovvero : ...e ancora Primavera), R. Guédiguian ( Marius et Jeannette, A l'attaque !, la Ville est Tranquille, les Neiges du Kilimandjaro ), E.Kusturica, J.Cassavetes, A. Kaurismaki, J-P e L. Dardenne...

Se vorrete vedere quelli di E. Rohmer e M. Haneke dovrete uscire dalle cucine e passare tra i tavoli...

 

 

Kechiche forse gira la 'solita' fiaba, e forse siamo noi che vogliamo riconoscerla tale, credendo così di disinnescarne la forza : in realtà è uno studio analitico sull'ur-quotidiano, quello che potrebbe sfiorarci.

Procede intransigente all'arrocco dello sguardo ed impietosamente lineare, a blocchi di tempo : ogni sottinteso è inciso negli occhi dei protagonisti istantanea di vita dopo istantanea di vita.

Compone quello che in letteratura speculativa si chiama Preannunciare il Presente...mentre il presente ci supera in corsa accadendo, rinnovandosi identico con varie gradazioni di allarme ed allerta : crisi personale, crisi locale, crisi globale...

Questa 'esibizione' della semplicità è fagocitata da una mostruosa capacità di scrittura e di dirigere e lasciar convivere e collaborare gli attori.

 

...e gli orizzonti perduti non ritornano mai... 

 

 

L'Apollonide.

 

Il coro greco di vecchie comari al tavolino, con un'ombra di barba della sera prima e due di Thibarine e Boukha che riassumono l'ellissi lasciata incompiuta dall'oratore, s'appresta a farsi valere, suonando mentre il Titanic affonda...

 

Hafsia Herzi ( le Roi de l'Evasion ( un Batalla en el Cielo declinato in commedia ), la Source des Femmes di R.Mihaileanu, l'Apollonide di B.Bonello, Héritage di Hiam Abbass ), Sabrina Ouazani ( l'Esquive di A.Kechiche, Fauteuils d'Orchestre di D.Thompson, Paris di C.Klapisch, des Hommes et des Dieux di X.Beauvois, la Source des Femmes di R.Mihaileanu, le Passé di A.Farhadi ), Alice Houri e le altre attrici contendono la bellezza alla vita.

 

 

 

Autentica suspense Hitchcockiana per il destino di un piatto di grano e una batteria di pentole : Ecce Cibus, Ecce Cibum : Hoc Est Corpus Meum : Eucaristia del Piacere : e gira tutt'intorno la stanza mentre si danza, danza...

 

Intanto, il caos regna e il caso imperversa ed il male ci sguazza, favorito dall'egoismo spicciolo delle meschinerie più comuni : non si uccidono così anche i sogni migliori ? Figuriamoci quelli realizzabili.    

 

 

Il conto!, per favore :

 

9 over 60 semi-infartuati ma felici

1 milza scoppiata

1 kg perso in sudore e calorie

1 calderone di sugo

1 paiolo di verdure

10 teglie di muggini

1 pentolone di grano ( un falso MacGuffin posto alla fine, varietà Deus Ex Machina, a cottura veloce )

 

 

Omaggio della Casa :

 

1 erezione permanente.     

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