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Nella valle di Elah

Regia di Paul Haggis vedi scheda film

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La recensione su Nella valle di Elah

di Brady
8 stelle

L'esercito che rende pazzi a prescindere? L'uomo ha per natura voglia di uccidere? Non lo vedo come un film amico della guerra e quindi almeno questo è positivo. E non è buono nemmeno nei confronti di una società americana che sembra essere in rotta di collisione con l'intero universo, ma prima ancora con se stessa. in cerca di un'autodistruzione..

All'apparenza artificioso, ci regala comunque uno spaccato della vita militare in generale e di quella del Golfo, ma potrebbe essere anche un'altra qualunque.

 

Sono tante le sensazioni che risveglia così come i fa riflettere sulla vita in genere, sul cme spesso la consumiamo inutilmente, apparentemente senza rendercene conto.

 

Dipanare la matassa non è semplice. Da un lato la morte atroce del figlio soldato di un padre cinico pervaso fino alle ossa dalla bontà della vita militare, quasi che nel suo transitorio nell'esercito le cause per combattere fossero tutte nobili.

Un figlio che viene trattato come il peggior 'terrorista islamico', evidente la similtudine con i cadaveri uccisi dalle armi chimiche, bruciati a vestiti intatti. Un figlio che però non era un santo, non era un soldato modello, almeno per noi. Rissoso e violento come gli altri, forse anche per l'incapacità di perdonare se stesso di fronte alla morte gratuita, ma che sapeva torturare sapientemente le sue vittime diventando il 'DOC' della squadra. Tremendo e spietato, ma ancora turbato da un qualche sentimento di pietà che emerge sempre in tutti, che sfugge di mano al soldato robot ed anche ad un esercito che tenta in tutti i modi di farti diventare una macchina per uccidere.

Una macchina talmente perfetta che non è più in grado di permettere ai soldati di discernere tra la realtà quotidiana, la guerra, l'amicizia, l'onore, la sopravvivenza,... la nostra parte 'umana' altera talvolta la nostra visione del mondo e delle situazioni contingenti. Quella disumana deve dominare, ma ordinata, pulita, nascosta da una perfezioni degli atteggiamenti, della pulizia, della disciplina, dell'ordine. Niente deve mai essere fuori posto per testimoniare il trionfo della lucidità militare contro il disordine mentale e di costumi del mondo 'civile'. Salvo poi dimostrare e svelarsi per essere esattamente il contrario di quello che voleva essere.

A tanta perfezione superficiale può solamente corrispondere un disordine interiore dove la macchina si sconra con l'uomo ed entrambi perdono, tutti i giorni, soprattutto in guerra, anche solo per l'istinto di sopravvivere 'fisicamente', anche se condannati ad una inevitabile morte del cuore e della mente.

 

Non lo vedo come un film amico della guerra e quindi almeno questo è positivo. E non è buono nemmeno nei confronti di una società americana che sembra essere in rotta di collisione con l'intero universo, ma prima ancora con se stessa. in cerca di un'autodistruzione salvifica.

 

L'esercito che rende pazzi a prescindere? L'uomo ha per natura voglia di uccidere?

 

Forse si, visto che il Re-padre manda il piccolo figlio impaurito in battaglia... ma non sarà capace di vincere contro il gigante. Ciclopica è la lotta per la sopravvivenza dell'anima.

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