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L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford

Regia di Andrew Dominik vedi scheda film

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La recensione su L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford

di FilmTv Rivista
8 stelle

Storia della banda di Jesse James, della quale tutti i ribelli sudisti vorrebbero fare parte. Un fuorilegge quasi ascetico, infallibile, bellissimo, etereo. Ma spietato. E la storia del suo più giovane “fan”, Robert Ford, forse platonicamente innamorato, anche per questo destinato a diventare nemesi. La fine è nota. Meno conosciuto il destino dell’assassino, trasformato dal gesto vigliacco in mito negativo; e per contrappasso ucciso fuori dalla grazia di Dio. Il regista Andrew Dominik, ossessionato più dalla parabola di Ford che da quella dei James, affronta un racconto difficile, gira sequenze malickiane interminabili (chiari i rimandi a I giorni del cielo), prende tempo indugiando sui caratteri, compresi quelli dei complici. Il suo Jesse James è bigger than movie, più grande del cinema, anche per questo affascinante. Uno di quei progetti anni 70 che adesso paiono spaventosi per dimensioni e ambizioni, il Cancelli del cielo di un regista poco blasonato ma evidentemente dalle alte aspirazioni. L’ha rimontato 32 (trentadue) volte prima di trovare una sintesi (di 160 minuti!) che non scontentasse i distributori. Se a qualcuno pare faticoso è perché si è persa l’abitudine ad ascoltare i paesaggi, guardare gli uomini negli occhi, stare dritti in mezzo al bosco come Frankie James, un immenso Sam Shepard la cui parte (qui striminzita) è forse andata perduta nelle altre trentuno versioni. Momenti di gloria: una rapina al Glendale Train della canzone, omaggio alla preistoria del cinema e al film di Edwin S. Porter del 1903 (The Great Train Robbery). L’intera scena comincia con una prolungata inquadratura di un orizzonte nero, lentamente squarciato dal fascio di luce del convoglio in arrivo, traballante come la luce di un proiettore di sala. E poi la sequenza del teatro, con i fratelli Ford che fanno i soldi replicando l’assassinio di Jesse James, truccati come s’usava allora e come persino il leggendario Buffalo Bill fu costretto a fare una volta diventato attrazione da circo. Se Casey Affleck è un magnifico codardo, Brad Pitt nei panni di Jesse funziona nonostante lo sguardo acquoso alla Joe Black.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 52 del 2007

Autore: Mauro Gervasini

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