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Il treno per il Darjeeling

Regia di Wes Anderson vedi scheda film

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La recensione su Il treno per il Darjeeling

di UScomedy
8 stelle

"Il treno per Darjeeling" è il quinto lungometraggio di Wes Anderson e giunge a tre anni di distanza da Le avventure acquatiche di Steve Zissou. Anderson (noto ai più per I Tenenbaum, considerato dalla critica uno dei più brillanti autori dell'ultimo decennio) si è circondato anche questa volta della sua "famiglia" cinematografica: tra gli altri citiamo Jason Schwartzmann (seconda collaborazione, qui anche co-sceneggiatore), Anjelica Huston (terza volta), Bill Murray (quarta, questa volta in un cameo da ricordare) e l'indiano Kumar Pallana (sempre presente in piccoli ruoli). E poi Roman Coppola (tra l'altro cugino di Schwartzmann!), qui nella multipla veste di co-sceneggiatore, produttore e anche assistente alla regia.

Un caso a parte è quello di Owen Wilson, sempre presente nei film di Anderson (quasi sempre da protagonista) oltre che co-sceneggiatore insieme al regista nei suoi primi tre lavori (Un colpo da dilettanti, Rushmore e I Tenenbaum) e in alcuni casi anche produttore esecutivo. La famiglia, dicevamo. Vero leit-motiv dell'opera di Anderson, oltre che costante dei suoi cast: protagonisti de Il treno per Darjeeling sono tre fratelli, impegnati in un viaggio in India alla ricerca del rapporto interrotto tra loro un anno prima, in occasione del funerale del padre. Temi ricorrenti: tre fratelli erano protagonisti anche de I Tenenbaum, rapporti conflittuali tra padri e figli erano al centro de Le avventure acquatiche. Non solo, ma proprio queste sono le caratteristiche che ci rendono "familiare" il cinema di Anderson, sempre alla ricerca di soluzioni stilistiche particolari, di una fotografia stimolante e di scelte inconsuete anche per quanto riguarda la tecnica di ripresa. Darjeeling è ricco, specie nella sua prima parte, di idee e di invenzioni in tal senso: riprese "verticali", capaci di dare prospettive nuove alle scene, ralenty fluidi (alla Matrix, per capirci) che rendono più epici i movimenti dei tre fratelli; i colori accesi delle location indiane poi aiutano ad accentuare la sensazione di straniamento provata dai protagonisti in questo viaggio "dentro se stessi".

La trama del film è semplice: tre fratelli si ritrovano a un anno di distanza dalla morte del padre. Uno di loro (Owen Wilson) ha organizzato per loro (gli altri due sono Schwartzmann e Adrien Brody) un viaggio in India sul treno per Darjeeling alla ricerca di tutti i luoghi più spirituali del paese, per ritrovare loro stessi e il feeling fraterno ormai perduto. La morte del padre ha segnato le loro vite in modo diverso e non sarà facile riuscire a riavvicinarsi. Il rapporto latitante con la madre non aiuta. Ci vorrà una svolta (casuale, di cui non diremo altro per non incorrere in spoiler) per rendere il viaggio riuscito e per far tornare sui "giusti binari" i loro destini. Spunto forse non originale, ma gestito con intelligenza e ironia soprattutto nella prima parte, quando spesso si ride e ci si ritrova ad ammirare il modo in cui Anderson declina la storia (sono fin troppe, per assurdo, le idee viste sullo schermo: avrebbero meritato un maggiore sviluppo!). Dalla già citata "svolta", però, le cose peggiorano e la storia diventa più banale - e, contemporaneamente, anche il registro scelto per raccontarla diventa più scontato e meno riuscito.

Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, il film è preceduto in sala dal cortometraggio Hotel Chevalier, che ne costituisce una sorta di prologo - e che per molti è anche la sua parte migliore. Quello che può sembrare un giudizio acido è invece molto vicino al vero: sulla breve distanza Anderson dà il suo meglio, raccontando un breve incontro tra un uomo (Schwartzmann) e la sua ex-fidanzata (Natalie Portman) in una stanza d'hotel a Parigi. Poche parole, splendidi colori, recitazione misurata e colonna sonora azzeccatissima (I-Pod protagonista, come del resto anche nel lungometraggio). Si è tanto parlato di questo corto perché vi si può vedere "il primo nudo della Portman"! Nudo che si limita (lo diciamo per chi non avesse già visto la scena su YouTube, dove è presente da mesi ed è tra le più cliccate) a pochi secondi e poco vedere. The Darjeeling limited, per concludere, non riesce ad esaudire tutte le aspettative con cui si è arrivati in sala (e neanche quelle create nella prima ora di proiezione), pur mantenendosi su alti livelli qualitativi. Un gradino sopra la media la splendida interpretazione di Brody, insolitamente comico, e il cameo iniziale di Murray (che fa sperare per il prossimo futuro in un film che racconti la storia in India del suo "businessman"!).


(http://newamericancomedy.blogspot.com/2012/02/il-treno-per-darjeeling-darjeeling.html)

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