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Il bosco fuori

Regia di Gabriele Albanesi vedi scheda film

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La recensione su Il bosco fuori

di giurista81
4 stelle

Carneficina in salsa splatter senza precedenti, con alcuni omicidi davvero disturbanti (su tutti indicherei il bimbo mutilato e lo sventramento del coatto). Al di là dello splatter, curato dal sempre eccellente Sergio Stivaletti, si assiste a una pellicola con una sceneggiatura (voto: 4.5) - dello stesso regista - striminzita e affetta da troppi problemi. In primo luogo, infatti, si nota fin dalle prime battute come lo script sia sfilacciato e vada avanti in maniera tutt’altro che fluida (a parte il prologo, peraltro, i primi minuti sono piuttosto noiosi). Inoltre, manca una forte idea che riesca a fungere da collante. Albanesi si preoccupa più di mettere in scena la sua mattanza (con tanto di scopiazzature a “Non Aprite quella Porta”) e per farlo non bada al verosimile. Si assiste così a comportamenti assurdi (vedi i coatti che fanno irruzione in una casa da cui provengano urla e grida, senza disporre neppure di un arma!?) e a buchi narrativi che non si colmano neppure alla fine (perché la famiglia è affetta da mutazioni genetiche?). Poco riuscito il gioco dei continui ribaltamenti dei ruoli (personaggi che appaiono cattivi che poi diventano buoni e viceversa). Ho trovato, inoltre, di cattivo gusto la parte in cui si vorebbe far simpatizzare lo spettatore per un gruppo di personaggi squallidi (a mio modesto avviso, più dei c.d. mostri).
Da un punto di vista tecnico, resta poco comprensibile la scelta di ricorrere a effetti visivi anche laddove non ci sarebbe stata necessità (vedi i fasci luminosi dei fanali delle auto proiettati sull’asfalto; o la scena dell’auto che sbanda). Brutta e sbrigativa l’idea di applicare filtri blu per simulare scenari notturni.
Regia ordinaria che offre il meglio di se nelle scene “action”, con inquadrature nervose e qualche gioco di zoom.
Non brillano la fotografia e la messa in scena (qualche banco di nebbia sarebbe stato gradito), a parte nelle sequenze che portano alla stanza in cui si trova il bimbo mutilato. In queste ultime, difatti, ci si sforza a creare una componente onirica con il vivace e collaudato abbinamento blu-rosso.
Interpretazioni appena passabili. Cammeo (manco fossero attori di calibro) per Silvestrin e per la Rocchetti (peraltro pessima, anche a causa delle brutte battute che si trova a dover recitare).
Colonna sonora anonima.
In definitiva uno splatter (dire horror, forse, è fuori luogo visto che la tensione non raggiunge quasi mai livelli eccelsi) che punta quasi tutto sul gore e ha come pregio quello di non preoccuparsi della censura (memorabili le inquadrature con il bimbo mutilato: roba che vale da sola 2 stelle nella scala dei giudizi). Solo per estremi appassionati del genere. Voto: 5.5

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