Regia di Richard Shepard vedi scheda film
Shepard ripropone fedelmente gli ingredienti che gli erano valsi il successo con "The Matador". Sfortunatamente qui sceglie (o è costretto) di restare all'interno di quei limiti hollywoodiani invalicabili e il risultato finale ne risente.
Dopo una manciata di titoli minori, il newyorkino Richard Shepard si era fatto notare con l'ottimo “The Matador” che ho personalmente adorato. Ho così -dietro suggerimento di Amandagriss- voluto vedere anche questo “The Hunting Party”. Il canovaccio è lo stesso: prendere un argomento drammatico (il killer di professione lì, il criminale di guerra in questo caso), montarci su un circo in salsa agrodolce che alterna momenti ilari e grotteschi ad altri di analisi seria e doverosa e prendere a bordo una vecchia volpe come protagonista (Pierce Brosnan prima, Richard Gere ora). Il cattivo gusto di cui il film è accusato io confesso di non averlo percepito, quello che davvero limita la piena riuscita di “The Hunting Party” è invece quell'apparente bisogno di stare entro certi limiti tipici di Hollywood che in “The Matador” si era invece riusciti a bypassare. Il fio da pagare ad aspettative (e budget) maggiori, suppongo. Comunque interessante.
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