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Rec - La paura in diretta

Regia di Paco Plaza, Jaume Balagueró vedi scheda film

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La recensione su Rec - La paura in diretta

di mc 5
8 stelle

Di questo film si parlava con curiosità fin dal 29/8 dello scorso anno, data in cui fu presentato in anteprima al Festival di Venezia. E da allora le aspettative si sono moltiplicate, soprattutto presso gli abituali fruitori delle pellicole horror. Chi aveva visto il film a Venezia ne aveva parlato molto bene, sicchè l'attesa si era fatta ancor piu' fremente. Ora però che il film è finalmente giunto nelle sale, sto curiosamente notando che un buon numero di giornalisti "che contano" pare stia lavorando con un certo impegno per "ridimensionare" l'alone "cult" che ne ha circondato l'arrivo sugli schermi. Come a dire: "carino, sì, ma niente di eccezionale". Personalmente, il film non mi ha affatto deluso, anzi, l'ho trovato decisamente originale ed innovativo nella sua formula. Perchè poi bisogna anche dire che da quando il film fu visionato a Venezia fino all'attuale comparsa nelle sale, c'è stato di mezzo un "Cloverfield", film a cui non si può evitare di riferirsi quando si parla della pellicola spagnola. Il film americano citato, peraltro, ha riscosso i consensi quasi unanimi della critica, mentre ha trovato invece parecchio dubbioso il sottoscritto. In altri termini, "Cloverfield" mi era apparso velleitario, pretenzioso, basato sul nulla, con quei protagonisti "fighetti" e sciocchini con quelle facciotte da serial tv americano, e -soprattutto- trainato da furbissime mosse di marketing. Da quest'ultimo punto di vista "REC" è sicuramente molto piu' "ruspante". A parte il fatto che il linguaggio, le situazioni, i personaggi, sono molto (ma MOLTO) piu' sintonizzati sul nostro gusto europeo (e questo vuol dire tanto). Ma qui, credo, si evidenzino due scelte di partenza assai diverse. In "Cloverfield" si voleva far calare l'inverosimile piu' fantastico nella verosimiglianza del quotidiano di quei ragazzi (operazione a mio avviso condotta grossolanamente ma furbescamente), mentre qui, in "REC", si è cercato di rendere tutto quanto credibile, e dunque il piu' possibile verosimile, fin da subito. E questo è proprio l'aspetto che piu' mi ha colpito del film: i (due) registi riescono a sortire emozioni vere in chi guarda proprio perchè lo spettatore ha PAURA in quanto la forma scelta (quella del reality show) contribuisce a caricare l'opera di un realismo che coinvolge sul serio. Insomma da una parte abbiamo un gioiellino (dura appena 85 minuti) di creatività e dall'altra la solita "operazione made in USA", magari dal sapore indipendente, ma pur sempre "americanata". E, a parte questo, è comunque paradossale che la nuova deriva del cinema fantastico-horror si racconti attraverso la camera digitale che è, quasi per definizione, quanto di meno fantastico esista, anzi, al contrario è la riproduzione diretta del reale. Finora abbiamo trattato della FORMA, ma è bene specificare che questo è anche un film di CONTENUTI. I due registi, infatti, sono riusciti a lambire diversi temi attraverso le caratterizzazioni dei singoli inquilini del palazzo "infestato": si va dai pregiudizi razzisti che aleggiano (emergono sentimenti di odio pregiudiziale reciproco fra alcuni inquilini) ai rapporti fra cittadini e Autorità (la quarantena viene imposta brutalmente senza dare spiegazione alcuna agli inquilini e i poliziotti sono qui raffigurati come esseri ottusi e prepotenti). Per non parlare poi del ruolo che in tutta la vicenda occupano i media: la reporter pretende (ed ottiene) di documentare ogni fatto, anche i piu' violenti, "perchè la gente DEVE SAPERE" (anche i dettagli piu' morbosamente atroci). Sono, questi ultimi, tutti aspetti di critica sociale che arricchiscono la pellicola e che sono espressi in modo abbastanza incisivo, pur nella necessaria sintesi che la breve durata del film esigeva. Ma il tema forte del film è un altro, e passa attraverso ciò che lo spettatore vede nei 10 minuti finali, di cui non svelerò ovviamente nulla. Ma posso però dire che la "chiave" che i registi hanno scelto per interpretare (e dare una giustificazione) sia al contagio sia alla trasformazione in zombie è particolarmente indovinata, ed affonda le sue radici nelle superstizioni deliranti che caratterizzano l'ala piu' estrema della cultura cattolica spagnola. Come si può intuire, abbiamo a che fare con concetti tutt'altro che banali, qui nessun Godzilla che fa a pezzi Statue della Libertà (BUM!), ma qualcosa di ben piu' inquietante perchè collegato alle radici oscure di certa cultura arcaica popolare europea. Mi rendo conto solo adesso che, spinto dal desiderio di commentare, ho tralasciato di sintetizzare la vicenda; nessun problema, lo faccio ora, anche perchè bastano poche righe. Una troupe televisiva di un programma che racconta la notte in diretta, "sbarca" in una caserma dei pompieri, pronta a seguirli ovunque nelle operazioni notturne. Dopo qualche minuto di noia e cazzeggio, arriva la prima chiamata e subito scatta l'intervento: ma non sarà una missione di routine, infatti i pompieri e la troupe restano prigionieri all'interno di un condominio dove accadono cose orribili ed inspiegabili, originate da un virus che si va diffondendo all'interno del palazzo. La messa in scena di tutto ciò è semplice ma sapiente, al punto tale che tutto sembra vero e che accada in tempo reale, con una partenza lenta che poi, dopo una paio di improvvise impennate violente, si scatena in un delirio claustrofobico e carico di tensione. Il cast è tutto formato di volti spagnoli a noi sconosciuti, ma tutti in parte ed efficaci: una segnalazione di merito per la graziosa protagonista Manuela Velasco che se la cava molto bene (ha un viso simpatico da "topolina", che vedrei bene in un ruolo brillante o comico...). Sequestrato da un montaggio serratissimo e da un continuo precipitare di eventi, lo spettatore non ha materialmente modo di distrarsi nemmeno un attimo: da un film del genere cosa si pretende di piu'? E quei 10 minuti finali aggiungono all'horror anche la desolazione e lo sgomento, oltre al raccapriccio...sicchè lo spettatore esce dalla sala "sistemato" proprio bene...(lo dico con ironìa ma benevolmente, per esprimere un ulteriore complimento all'efficacia della pellicola). Finalmente un horror che dà ciò che promette, e forse anche qualchecosina in piu'...

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