Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
Chabrol, quando era Chabrol, era famoso per la descrizione di certi ambienti, specialmente della provincia francese, di cui sapeva mettere a nudo vizi e meschinerie. Questa caratteristica era presente, spesso anzi accentuata, anche nei suoi film più brutti, talvolta addirittura indifendibili, ai quali sapeva tuttavia lasciare in eredità una zampata o almeno un'unghiata delle sue. Qui il vecchio regista ha l'intuizione di muoversi a Lione anziché a Parigi, ma è l'unica idea sostenibile del film. Per il resto, siamo nel buio più completo: Chabrol è ormai il fantasma di sé stesso e la speranza è che da ora in avanti si goda una lunga e meritata pensione, lasciando spazio e soldi a qualche nuova leva transalpina. "L'innocenza del peccato" è cinema francese al suo peggio, con una serie di personaggi male scritti, con una sceneggiatura insussistente, capace soltanto di tentare qualche goffa imitazione di situazione buñueliane buttate là alla bell'e meglio, con un cast di attori (specialmente i più giovani) impresentabile e mal sfruttato. Magimel, in particolare, sembra, in questo film, una pessima imitazione del primo Sean Penn, che dovrebbe fare causa per la contraffazione del marchio. Ma neanche la biondiccia e formosa Ludivine Sagnier riesce mai ad essere espressiva né a rappresentare in alcun modo, appunto, l'innocenza del peccato. In un cast di donne tutte troppo belle per essere vere - anche nel mondo raffinato della letteratura - con uomini che non dimostrano un briciolo del fascino necessario a conquistarle (a meno che nella categoria del fascino non si debbano includere anche soldi e fama), è particolarmente sprecata l'ancor bella Mathilda May, che scoprimmo (molto) ai tempi di "Space Vampires" (1985) di Tobe Hooper. Insomma, è chiaro che, cinematograficamente, Chabrol non ha più nulla da dire: è un regista che ormai fa film per continuare ad essere considerato tale, ma è soltanto l'ombra del cineasta che fu, e sarebbe davvero un bene se in futuro ci risparmiasse simili patinatissime cacchiate. (6 marzo 2008)
Una giovane presentatrice televisiva s'innamora di un anziano scrittore sposato. Di lei s'invaghisce, però, un giovane miliardario, che odia lo scrittore. La ragazza, dopo vari tentennamenti, sposa il giovane, ma pensa all'anziano.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta