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Fortezza Ilic

Regia di Marlen Khutsiyev vedi scheda film

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La recensione su Fortezza Ilic

di OGM
8 stelle

La madre Russia ha una grande anima, che si perde nella vastità dei suoi spazi, nelle strade ampie, nelle piazze immense, tra i palazzi imperiali ed i casermoni in cemento dell'era sovietica. Protagonista di questo film è l'anima scanzonata e ribelle della gioventù, che vive l'ambiente metropolitano con la moderna vivacità degli anni sessanta, tra gli stimoli intellettuali della letteratura e dell'arte (non sempre e solo quelle di regime) ed i flebili richiami consumistici legati allo spettacolo ed allo sport di massa. In questo mondo in subbuglio, che si affaccia al futuro con un'irrequieta curiosità, la crisi esistenziale di Sergej, reduce dal servizio di leva, è dovuta all'ipersensibilità di chi si era abituato al silenzio, e al disorientamento di chi si era assuefatto alla ripetitività delle regole. La schematica rigidità della vita militare restituisce alla vita civile un individuo timido ed insicuro, impreparato al difficile compito di effettuare delle scelte ed inventarsi un avvenire. La sfilata del Primo Maggio, caratterizzata da una festosa convivialità popolare e da un gioioso  spirito cosmopolita, presenta il socialismo reale dell'epoca come una realtà aperta ed in evoluzione, una cornice all'interno della quale ognuno è libero di vivere la propria fantasiosa normalità ("l'amore, i litigi, Shakespeare"), compresi gli sbandamenti, le incomprensioni familiari ed i conflitti tra genitori e figli, che nessun inquadramento politico è in grado di prevenire. Rivoluzionaria, sotto il profilo cinematografico, è la rappresentazione della solitudine dell'individuo all'interno di una società che è unita e divisa solo sulla base dei sentimenti: la realtà produttiva (che compare solo sullo sfondo) non è più sufficiente a definire l'uomo come zoon politikon, tramite la sua partecipazione ad un progetto comune. Sergej, prima soldato, poi lavoratore e studente, non per questo si sente inserito e realizzato, né trova un valido riferimento nella generazione precedente, che ha conosciuto un momento storico profondamente diverso. L'iniziativa, intesa come investimento nel progresso, si è spostata dal piano collettivo a quello personale. Le poesie recitate durante la cerimonia di chiusura dell'anno accademico, nell'aula magna del Politecnico di Mosca, testimoniano una visione della realtà piena di increspature, che si è definitivamente allontanata  dalla monolitica dottrina del Partito. La caduta dell'illusione è ormai ufficiale, se può essere liberamente espressa durante una manifestazione pubblica, in cui alla retorica dell'ideologia si sostituiscono, in un canto a più voci, il lirismo dell'amarezza e l'ironia del disincanto. Tuttavia, per la generazione postbellica, questo senso di indipendenza, più che essere frutto di una consapevole critica del passato, pare la conseguenza della mancanza di memoria storica. I giovani ignorano la provenienza di ciò che possiedono, la sofferta genesi dell'eredità raccolta, così come non si interrogano sulle ragioni dei padri. L'oblio delle origini produce il vuoto di principi, che non potrà mai far da base ad alcuna rivoluzione degna di tal nome.

"Fortezza Ilic" è il ritratto della difficile nascita di una coscienza, morale, individuale e collettiva, sulle ceneri di una coscienza nazionale che non ha potuto essere tramandata.

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