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I lunghi capelli della morte

Regia di Antonio Margheriti vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I lunghi capelli della morte

di undying
7 stelle

Un ottimo esempio di gotico italiano, diretto con raffinata classe da un Maestro del cinema di genere (non solo horror)...

 

locandina

I lunghi capelli della morte (1964): locandina

 

Adele Karnstein, con l'accusa di avere compiuto maleficio mortale ai danni del fratello del conte Humboldt (Giuliano Raffaelli), finisce condannata al rogo per stregoneria. Helen (Barbara Steele), la più grande delle due figlie di Adele, cerca di convincere Humboldt del fatto che la morte di Franz sia da ricercare invece in famiglia, per motivi di "eredità". Ma l'anziano abusa di lei e per timore di uno scandalo, minacciato da Helen perchè l'esecuzione non è stata sospesa, la uccide. Infatti l'omicida è proprio Kurt Humboldt (Giorgio Ardisson), che ha compiuto il misfatto per far ereditare il padre. Non solo, Kurt vuole sposare (contro il parere dell'interessata) Lisabeth, la figlia più piccola di Adele...

 

Barbara Steele

I lunghi capelli della morte (1964): Barbara Steele

 

"Adele Karnstein, a nome del conte Humboldt e di suo figlio Kurt, ti accusiamo di aver procurato, con il tuo malvagio potere e con l'aiuto di Satana, la morte del conte Franz, loro congiunto e signore di questo paese. (...) Non siamo qui per giudicarti, ma per affidarci al giudizio supremo. (...) Se sei davvero innocente Iddio saprà proteggerti dal fuoco e ti restituirà a noi, ma se sei colpevole... brucerai. La giustizia degli uomini può sbagliare ma quella di Dio, giammai. Elizabeth Karnstein, se tua madre si salva è l'innocenza che prevale. Se è colpevole: che il peso dei suoi peccati non ricada su di te. Adele: se sei colpevole guarda per l'ultima volta tua figlia." (Sentenza pronunciata pubblicamente ai danni di Adele)

 

Barbara Steele

I lunghi capelli della morte (1964): Barbara Steele

 

Dopo i riusciti La vergine di Norimberga e Danza Macabra, Margheriti torna al genere horror lavorando su un bel soggetto di Ernesto Gastaldi. Siamo nel pieno della stagione gotica italiana (avviata nel 1957 con I vampiri di Freda e fortificata da Bava con La maschera del demonio nel 1960) e I lunghi capelli della morte rappresenta uno dei migliori esemplari per come il regista riesce a fare ottimo uso di scenografie e parafernalia indispensabili a generare certa apprensione (ragnatele, cripte, scheletri, ombre e lumi di candela). Margheriti dimostra un estro artistico notevole non solo per l'accurata messa in scena, ma per come utilizza anche i bei brani musicali di Carlo Rustichelli, arrivando addirittura ad inserire un impressionante requiem con coro latino (al minuto 40) in corrispondenza del rito funebre allestito per il conte Humboldt. Pure gli attori (con precetto per la Steele, presenza fissa nei gotici dell'epoca) offrono un'ottima performance (da menzionare oltre al caratterista Umberto Raho, anche il bravo Ardisson, nei panni del carognesco conte Kurt). A suggellare il buon esito di un film riuscito -e ingiustamente meno famoso degli altri- contribuiscono ottimi testi e scene davvero forti, efficaci anche senza che venga mostrato mai un atto di violenza. Il finale con il perverso omicida pentito e costretto ad una fine terrificante (via di mezzo tra quella riservata alla strega e la "sepoltura viva" destinata alla figlia Lisabeth) non si scorda facilmente: una pira destinata ad illuminare la notte; un falò che dà l'addio al XV Secolo (il rito si svolge nella notte del 31 Dicembre 1499), che festeggia l'arresto della peste, che rappresenta una burla "per la morte" e che sancisce il giusto castigo per un'anima che ha vissuto nel delitto, nel tradimento, nell'illusoria grandezza del potere e del benessere materiale. 

 

Citazioni

"Non mi posso muovere, non posso parlare. Non posso gridare il mio terrore. Mi vogliono uccidere. Una morte spaventosa mi attende. Dalla mia bocca imbavagliata non può uscire nessun sussurro. I ricordi terribili del mio passato si affollano confusi alla mia mente. Immagini spaventose, un incubo insopportabile ed è invece un lucido ricordo di una realtà orrenda, vissuta ora per ora. Gli attimi morbosi, le passioni più riprovevoli, più disonoranti... le seduzioni più vergognose, il ricordo bruciante di quegli amplessi mi fa oggi rabbrividire di angoscia." (Conte Kurt Humboldt / Giorgio Ardisson)

 

"Il sangue dell'innocente ricada sul suo assassino". (Von Klage / Umberto Raho)

 

scena

I lunghi capelli della morte (1964): scena

 

Il Dvd Minerva/RaroVideo propone il film in una qualità video mediocre (presenti svariati difetti di compressione che si manifestano nelle immagini in movimento). Audio chiaro ma anch'esso non ottimale. La versione dura 1h34m31s.

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