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Incubo mortale. Cigarette Burns

Regia di John Carpenter vedi scheda film

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La recensione su Incubo mortale. Cigarette Burns

di pazuzu
10 stelle

Accade qualcosa quando punti la videocamera su qualcosa di orribile: il risultato è un film che acquista potere.

Kirby Sweetman gestisce una sala cinematografica d'essai specializzata in horror d'annata, e si dedica saltuariamente alla ricerca su commissione di rarità per collezionisti. Uno di questi, il signor Bellinger, si fa avanti offrendogli 200.000 dollari per riuscire a mettere le mani sull'unica copia esistente di La Fin Absolue du Monde di Hash Backovic, un film maledetto che causò reazioni di cieca violenza panico e morte tra i presenti alla sua prima e unica proiezione pubblica nel 1971, continuando a perseguitare chiunque in seguito avesse l'ardire di volerlo recuperare. Messo in allerta sulla pericolosità dell'incarico, Kirby accetta senza batter ciglio, stimolato dalla sfida nonché vincolato dalla necessità di saldare il forte debito contratto con Walter, il padre di Annie, la sua fidanzata tossicodipendente morta suicida.
La ricerca della misteriosa pellicola lo costringe ad un viaggio senza ritorno, una discesa rapida ed inevitabile verso l'ignoto e verso l'essenza stessa della paura. Una discesa a cui lo spettatore partecipa con insano interesse e sincero terrore, condotto per mano da un John Carpenter in forma splendida, che dirige premendo a fondo sul pedale della tensione, prima suggerendola, affidando la creazione di un'atmosfera morbosa e malata a dialoghi genuinamente deliranti, poi affondando i colpi in un'excalation di follia furore e sangue; e che popola il suo film di personaggi estremi, fors'anche eccessivi ma potenti e difficili da dimenticare, come Meyers, il giornalista che, sopravvissuto alla proiezione, vive da eremita nel ricordo del film cercando invano di completare una recensione lunga trent'anni, o come Dalibor, il collezionista con l'hobby delle lame che dà al protagonista una lezione decisamente personale sul concetto cinematografico di taglio e montaggio.
Girato per la tv per la prima serie Masters of Horror, Cigarette Burns è "solo" un mediometraggio, e come tale non ha potuto godere della distribuzione in sala, restando di fatto confinato al mercato dell'home video ed oggetto di culto per soli appassionati: un vero peccato, perché la storia metacinematografica e d'effetto (scritta da Drew McWeeny e Scott Swan), i trucchi gore credibili (di Gregory Nicotero ed Howard Berger), e le buone interpretazioni (con un Udo Kier diabolico nei panni di Bellinger), al servizio della direzione sapiente di John Carpenter ne fanno una pellicola di sicuro valore che non sfigura affatto accanto alle migliori del grande regista statunitense.
Cigarette Burns è un'opera ispirata e profonda, che toglie il fiato spaventa e sconvolge; è un'esperienza surreale ed agghiacciante, un'allucinazione lunga un'ora che ha l'immaterialità sinistra del peggiore degli incubi e la cupezza disperante di una sentenza di morte.
Cigarette Burns è l'audace dichiarazione d'amore di John Carpenter per la settima arte, in cui l'oggetto filmico è mezzo subliminale e multidimensionale in grado di dare nuova forma ai fantasmi e nuova linfa alle ossessioni, e di permettere ai sensi di colpa di farsi materiali e minacciosi, di uscire fuori dallo schermo, prendere corpo e divorare l'anima.

Il film è magia, e nelle mani giuste è un'arma.

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